Come altri, ho passato la settimana ad ascoltarti e a leggere di te. Siamo tutti sorpresi nel vedere in quanti ti rendono onore. Gli artisti ti ricordano per la tua genialità e cortesia. I fan per le emozioni. Persino l’Osservatore Romano (e qualche Cardinale) si sono uniti al gruppo. Nel tuo quartiere natale, gente di ogni età, razza e credo ha cantato a squarciagola le tue canzoni per strada. Nella città che ti ha adottato, il calore dei cuori ha riscaldato tutto. A Berlino, qualcuno ha perfino messo il tuo nome su una strada.
Questo è quello che si raccoglie dopo una vita come la tua.
Il tuo amico Iggy ha ricordato a sé stesso, e a tutti, che gli hai salvato la vita; artistica e non. Il “Boss” ha detto che tu sei stato il più grande sponsor della sua band quando erano agli inizi. Elton John ha dichiarato che tu gli trovasti il produttore per il tuo primo disco. Peter Gabriel ti ha ricordato, Madonna ti ha cantato, Lady Gaga ti ha celebrato, per non parlare dei tuoi figli: Kiss, Foo Fighters, Smashing Pumpkins, Peter Murphy, Kate Bush, Depeche Mode, Duran Duran… ci sono tutti; sì, proprio tutti. Persino gli italiani come Vasco, Ligabue, Ruggeri.. Il tuo ultimo album è un capolavoro. Sei andato a cercare dei giovani musicisti jazz. Tu da mito vivente, sei andato in un piccolo club ad ascoltarli in incognito. Poi hai scritto una mail alla quale non potevano credere. Quando sono venuti in studio a registrare, gli hai detto di suonare liberamente. Anche loro, come tutti gli altri, dicono che lavorare con te è stata l’esperienza più bella della loro vita artistica. Eri un genio che rispettava la genialità. Liberavi, lasciavi fare e creavi sinergie.
Come ho già detto, hai liberato tutti noi. Hai reso normale essere diversi. Hai cambiato tutto.
Ti hanno chiamato “il camaleonte del rock” e si sono sbagliati. I camaleonti si adattano allo sfondo, tu invece, lo sfondo lo cambiavi. E non appena l’ambiente iniziava ad adattarsi a te, cambiavi di nuovo…
Anzi no, non cambiavi. Ti evolvevi.
Qualcuno inizia ad essere annoiato di noi “fan esaltati”. Qualcuno di questi pazzi vorrebbe rinominare Marte, averti sulle banconote o ti paragona a Mozart. Una cosa è certa per tutti. Di quelli come te se ne vedono pochi. Sono rari, unici, irrepetibili… Lo sapevi anche tu, ecco perché avevi fretta di finire Blackstar, e forse l’album successivo per il quale, sembra, avevi già 5 canzoni pronte. Dicono che nonostante la sofferenza, lavoravi bene, con precisone, motivazione ed allegria. La tua famiglia (moglie e figli), e la famiglia allargata (amici stretti), ha gestito e sta gestendo tutto, con grande eleganza. Non poteva essere altrimenti. Sei stato un grande Maestro, persino il medico che ti ha assistito dice di aver imparato da te. Dice di essere un medico migliore e che altri “terminali” stanno gestendo meglio i loro ultimi giorni, grazie al tuo esempio.
Siamo stati fortunati ad essere vissuti quando c’eri anche tu.
Spero che saremo capaci di spiegare a chi purtroppo sentirà solo parlare di te. Spero che abbiamo capito che “chi è su terreno sicuro, è morto”. Spero che impareremo, prima che sia troppo tardi, a essere noi stessi. Magari mettendo una maschera, come hai fatto tu. Magari sperimentando, come hai fatto tu. Magari esagerando, come hai fatto tu. Per arrivare a essere sé stessi, come lo sei stato tu. Per arrivare ad evolversi, come ti sei evoluto tu. Per trovare la pace e l’amore, come li hai trovati tu. Love on ya! (che è come firmavi tu). Claudio