È una cosa che penso. Sei straordinario. Lo sei tu, lo sono io, lo siamo tutti.
Leggendo il libro di Graves di Dinamiche a Spirale, rivedevo che non tutti i livelli la pensano così. C’è chi pensa che ci siano persone più “elevate” di altre, chi che il mondo sia diviso in classi (ma non sociali di persone) e che non ci sia nulla da fare. Nasci, vivi e muori nella tua classe.
A me hanno cercato di raccontarmela.
Mi dicevano di stare al mio posto e di accontentarmi. Io ho imparato a rispettare e godere di quello che ho. Ho anche imparato a migliorarmi e crescere. Se avessi creduto alle bugie di suor Battistina, che credeva fossi dislessico solo perché, obbligandomi a usare la mano destra, scrivevo al contrario, oppure all’insegnante di educazione artistica delle medie (per citare qualche esempio), mi sarei rassegnato. Che è diverso da accontentato.
Il mio ultimo post ha creato qualche critica.
Il mio libro ha fatto lo stesso. Mi danno dell’ottimista. La faccio facile io, che sono fortunato. Ho tutto: salute, una bella famiglia, una moglie che mi ama, un lavoro ben pagato eccetera.
Sì, sono fortunato.
Come dice Joel Olsteen, la gente vede e giudica solo la fine del film. Si dimentica, o non ha mai visto, tutta la storia. Io, come te, ho la mia. Ho sofferto, ho passato periodi di vera ristrettezza economica, ho pianto, lottato…
Si, sono ben pagato, mi piace pensare che le persone che mi danno i loro soldi, non sono stupide, lo fanno perché si rendono conto che faccio la differenza. Pochi sanno che, per imparare quello che so, ho fatto tanti debiti e non sono uscito per due anni. Cioè non sono letteralmente uscito. A cena non andavo, “arrivavo per il caffè”. Se dovevo portare fuori una ragazza (all’epoca ero sul mercato), andavo al ristorante di un mio amico, che pagavo lavorando come cameriere.
Ho contribuito alla ricchezza di tanti “guru” con i miei risparmi e i soldi presi in prestito. Loro mi hanno ripagato alla grande. Mi hanno aiutato a conoscermi, conoscere i miei talenti, saperli usare… soprattutto mi hanno aiutato ad essere e vivere allineato a me stesso.
Ricordo le notti in bianco. Letteralmente in bianco a guardare il soffitto. Una volta per essermi licenziato da un posto fisso per seguire la mia passione, un’altra per aver mollato un socio che non stimavo, un’altra perché non sapevo come pagare gli f24… e tante altre che non ti voglio raccontare.
Mi sono messo in gioco, e lo faccio tutt’ora. Mi prendo feedback dai miei Coach, che mi fanno male (perché veri), e che mi fanno incazzare perché feriscono il mio ego. Ascolto i consigli di chi è meglio di me e lavoro ogni giorno per mantenere e migliorare la mia salute, famiglia, matrimonio, professionalità eccetera.
Si, sono fortunato, ma ci metto del mio.
I miei vecchi amici mi hanno preso in giro per anni, e lo fanno ancora, per i miei investimenti nella crescita. Ora però raccolgo i frutti.
Io non so come la pensi tu. Spero che se leggi questo blog è perché in qualche modo condividi il mio modo di pensare. Se così fosse, ti invito a fare queste cose prima di iniziare a correre come un matto dopo le vacanze.
Fermati e definisci cosa è il successo per te.
Staccati dalla bolgia, ma non per riposare, per lavorare su di te fino a capire cosa ti dà soddisfazione, cosa riempie la tua vita.
Lavora su chi sei, scopri qual è la tua natura. Riscoprila e torna ad essa. È il solo modo per essere allineato con te stesso.
Poi scopri in cosa credi e perché. Quali sono i tuoi valori? Perché li hai? Sono tuoi? Fai “pulizia nella tua cantina”. Poi, fatto questo, metti d’accordo i tuoi ruoli. Tutte le persone che interpreti per scelta o per necessità nella tua vita.
Fatto questo, puoi definire degli obiettivi. Sono delle scuse per fare quello che farai e per divertirti.
Conosci qualcuno che fa qualcosa con passione e soddisfazione?
Chiedigli perché fa quello che fa. Ti dirà perché si diverte. Spesso raggiungere l’obiettivo è solo una scusa. La vera meta non è la vetta.
Puoi rimandare questo “lavoro”. Il tempo passerà comunque. La tua vita pure.
Puoi farlo da solo. Con un amico. Con un coach. Con un buon libro (il mio è fatto apposta). A un corso. Alla giornata “Obiettivi!” lo facciamo un po’. Al seminario “Extraordinary Me” lo facciamo per 4 giorni, con poche persone (siamo solo una decina), vicino al mare.
Però costa. Costa soldi, tempo e fatica. Non tutti hanno queste risorse. Io, per esempio, non le avevo.
Di modi per farlo ce ne sono tanti, chissà che non ne trovi uno. Te lo auguro.
Claudio