Buone notizie per chi utilizza prevalentemente il canale visivo: ci sono ampi margini di miglioramento! E’ stato dimostrato infatti in uno studio dell’Università di Yale che attraverso il canale auditivo fluisce una ricchezza di informazioni su ciò che prova il nostro interlocutore, sulle proprie emozioni, che il canale visivo non possiede. Ora vediamo perché… Le ragioni, pubblicate su American Psycologist, (http://www.apa.org/pubs/journals/releases/amp-amp0000147.pdf) sembra che risiedano in due fattori determinanti per una società abituata ad affidarsi in grandissima parte al canale visivo per moltissimi tipi di comunicazione; il primo fattore è legato alle fonti, agli input che riceviamo in continuazione che sono tantissimi e in un certo senso ci distraggono. Il secondo fattore è legato ai vincoli sociali e culturali della nostra società che ci portano a dissimulare sempre più spesso, se non addirittura a mascherare – letteralmente! – le nostre espressioni facciali dietro a delle convenzioni. La ricerca ha mostrato infatti come il canale auditivo eliciti con maggiore frequenza, rispetto al visivo e al cinestesico, le emozioni provate dall’interlocutore grazie alla ricchezza dello spettro di informazioni e sfumature offerte dal paraverbale. Quindi cosa possiamo fare per migliorare la capacità di riconoscere le emozioni nell’altro? Qui ci viene in soccorso la PNL: calibrare! E impegnarsi a riconoscere e accettare il modello del mondo altrui, sviluppando la capacità di concentrarsi sui segnali davvero importanti e cogliere quelli inviati dall’altra persona attraverso le proprie espressioni e allenando al contempo il proprio ascolto per cogliere quelle sfumature portate dal timbro, dal tono, dalla velocità e dal volume della voce che oggi, distratti da mille altri segnali, non si colgono a pieno; senza tralasciare ovviamente quel complesso insieme che è la cinestesia! E’ solo questione di allenamento e di sviluppare la capacità di portare a casa il meglio di ogni esperienza. Cosa ci insegna infatti questa ricerca? Che è inutile avere una quantità enorme di dati se non possiamo gestirli. Meglio concentrare la propria attenzione sugli aspetti davvero importanti. In fondo, come ricorda uno dei presupposti della PNL “i comunicatori di successo accettano e utilizzano ogni forma di comunicazione”: questo significa sviluppare capacità di calibrazione sistemica, che integri tutti i canali di comunicazione del proprio interlocutore – tenendo ben presente il contesto – e permetta di scegliere a quali segnali dare davvero importanza, perché è proprio lì che si trova la chiave autentica della creazione del rapporto con gli altri.