“La felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia.” Mahatma Gandhi
Per quale ragione ho scelto proprio questa frase di Gandhi per introdurre un articolo sulla felicità? Ci sono molte frasi, molti aforismi, molti pensieri che descrivono bene la felicità. In questa frase, bellissima, emerge un aspetto chiave per comprendere bene il significato di felicità anche nella nostra società, un aspetto che tendiamo spesso a dimenticare: la felicità è in noi, è nel modo in cui guardiamo a chi siamo e a quello che facciamo.
Se fosse un verbo, felicità vorrebbe solo il tempo presente. La felicità infatti è uno stato emotivo molto diverso dalla gioia o dal divertimento: si può essere felici anche senza ridere. La felicità viene dall’interno, vive nel presente e non ha bisogno di essere cercata. La felicità esiste a prescindere da te. La tua felicità esiste già, sta a te riconoscerla o costruire i presupposti per poterla riconoscere.
Nel mio libro “Prendi in mano la TUA felicità” (disponibile anche in audiolibro) ti guido verso questo riconoscimento attraverso l’aiuto del mio metodo di Coaching originale il One Hand Coaching. Per conoscerlo e impararlo meglio ti invito a partecipare al mio corso più emozionante “Il Coaching secondo Claudio Belotti” nel quale ti racconto e ti faccio vivere insieme a me tutta la bellezza del mio metodo in pratica. Imparerai come i passaggi chiave del Coaching possano essere rafforzati dall’individuazione di un fattore chiave: lo Scopo.
D’altronde se in tanti la cercano e in pochi la trovano, la questione deve essere più complessa di così… In realtà finché non provi non puoi saperlo veramente quanto sei distante dalla tua felicità perché per riconoscerla di solito le persone incontrano principalmente 3 ostacoli. Scopriamoli insieme e vediamo come superarli:
“È raro che una felicità si posi proprio sul desiderio che l’aveva invocata.” Marcel Proust
Il desiderio è in realtà la prima fonte di insoddisfazione (se non di infelicità). L’ideale sarebbe smettere di desiderare. Ma siamo umani, è naturale provare desiderio. Perciò possiamo trasformare il desiderio di altro in desiderio di ciò che abbiamo già. In sostanza provare gratitudine per ciò che abbiamo.
“Per ogni minuto che passi arrabbiato perdi sessanta secondi di felicità.” Ralph Waldo Emerson
La rabbia è il secondo ostacolo alla felicità. La rabbia è ciò che proviamo quando pensiamo che le cose non dovrebbero essere come sono. Per questa ragione la grande psicoterapeuta Virginia Satir – alla quale la PNL deve tanto – diceva che “la vita non è come dovrebbe essere. È quella che è. È il modo in cui l'affronti che fa la differenza”. Per questo serve capacità di accettare le cose come sono e fare del proprio meglio per cambiare ciò che possiamo.
“Serve l’infelicità per comprendere la gioia, il dubbio per capire la verità… la morte per capire la vita. Quindi affronta e abbraccia la tristezza quando viene.” Madre Teresa di Calcutta
L’incertezza infine. Quando non siamo sicuri abbiamo difficoltà a prendere decisioni e a stabilire una rotta nella nostra vita. Il dubbio è un tarlo che rode la mente. Per questo è necessario stare attenti quando arrivano sensazioni negative: sono messaggeri che ci vogliono segnalare qualcosa. Dobbiamo domandarci cosa sono venuti a comunicarci e agire di conseguenza per poter creare una nuova base di sicurezza e certezza dalla quale ritrovare il nostro stato emotivo.