Jean Jacques Rousseau disse: "l'uomo è nato libero, ma ovunque è in catene", e l'apostolo Pietro disse "un uomo è schiavo di tutto ciò che lo domina".
Chi ci domina? Noi stessi, i nostri vizi, mancanze e scuse. Ci siamo talmente abituati ad essi che sembrano veri e normali.
Lao Tzu disse: "Colui che vince gli altri è forte, chi vince se stesso è potente”, purtroppo vedo sempre meno persone che cercano di vincere, o meglio ancora, di far pace con se stessi. Per essere preciso ne vedo tante. Le vedo ai corsi, nelle librerie e sulla nostra pagina Facebook. Ne vedo però molte di più trascinarsi in giro per inerzia, insoddisfatte e lamentose. Sui canali di SKY ci sono sempre più programmi che ci spiegano come la mente funziona e ci inganna, dovresti guardarli, fanno capire tante cose. A breve lo strepitoso, per non dire sempre straordinario, Francesco Tesei partirà con il suo su SKY Uno. Nel suo bel libro, e in altre occasioni, usa la metafora dei pesci nel fiume. Nuotano pensando di essere liberi ma, senza saperlo, sono guidati dalla corrente. La buona notizia è che non siamo pesci e, secondo me, siamo in un grande oceano, non in un fiume. Certo, dobbiamo nuotare facendo sforzo per uscire dalla corrente e dal banco per creare una nostra rotta. Ci vuole impegno, un po’ di competenze sul funzionamento della mente e la giusta compagnia. Dobbiamo uscire dalla “matrix” creata dai nostri sensi (come spiegava la puntata di ieri sul National Geographic), che tende a tenerci imprigionati. Ci creiamo già da soli una realtà soggettiva che non ha nulla a che fare con quella oggettiva, in più seguiamo l’ipnosi collettiva che ci dice cosa credere, mangiare, fare, dire, votare… In alcuni casi, come se non bastasse, seguiamo persino un “guru”, qualcuno che ci indichi la via. Qualcuno da credere e seguire senza mai dubitare, senza far fatica, così non dobbiamo nemmeno più pensare. Nell’ultima camminata in montagna con Nancy abbiamo incrociato un gregge di pecore. Erano tantissime! Al comando un pastore con due cani. Un solo pastore che gestiva due cani che controllavano e dirigevano tantissime pecore. Una bella metafora di vita. Anche in questo caso la bella notizia è che non siamo pecore. Possiamo uscire dal gregge. Possiamo andare da soli o decidere di crearne un altro, magari senza pastore ma con altre pecore che a turno, a seconda delle situazioni, suggeriscano dove c’è l’erba migliore.
Essere schiavi è comodo. Non devi pensare a molto, i tuoi carcerieri pensano a tutto.
Molte persone dicono che non ci possono fare nulla, le sbarre sono spesse, i muri alti, non si può scappare. A volte hanno quasi ragione. Si sono lasciati costruire attorno una galera di quelle toste. A volte hanno persino aiutato durante i lavori. Però dicono il falso. Forse non è facile, ma si può evadere. Bisogna rischiare, bisogna cercare la verità sapendo che non la si troverà mai. Nel cercarla però, sarai sempre in movimento e nessuno può incatenarti mentre ti muovi. Ultimamente ho sempre meno pazienza per la mediocrità. Non credo ci siano persone mediocri, però vedo sempre più gente vivere senza impegno, lavorare con superficialità e affrontare le cose con passività. Sono rassegnati. La prigione, anche se piccola, buia e puzzolente è diventata casa loro. Mi piacerebbe chiedere a queste persone: – perché hai deciso di darti l’ergastolo? Cosa hai combinato di così grave? – Hai mai pensato di evadere? Dopotutto sei innocente da ogni accusa, a parte l’esserti arreso. – Cosa ti servirebbe per reagire, per dare una svolta alla tua vita? Ho scritto “mi piacerebbe” perché, di fatto, mi è quasi impossibile fare loro queste domande. Sono persone che non ascoltano, sembrano in isolamento. Non vengono ai corsi, non leggono libri, non ascoltano audiolibri. Quando cerchi di parlare con loro, ti danno del montato, dell’esaltato o del romantico che non vive la realtà. Oppure pensano che sei tu lo schiavo, stai seguendo qualche Guru e non sai di cosa parli. Loro si che conoscono il mondo. Dalla TV della loro cella vedono tutto, ecco perché hanno un giudizio per tutti, anche per te.
Secondo loro non dovresti nemmeno leggere blog come questo.
Cosa facciamo con queste persone? Potremmo cercare di liberarle tutte ma sarebbe poco etico, alcuni stanno bene e vogliono rimanere dove sono. Io penso che dovremmo provarci, dare loro almeno una possibilità. Con quelli a cui vuoi bene, magari, insistere un po’ di più. Poi, visto che alla fine siamo liberi di scegliere, se non altro in quale corrente del fiume nuotare, vale la pena rispettare le loro decisioni. Probabilmente non lo faranno con le tue ma questa è un'altra storia. Buona settimana. Claudio