We can be Heroes

Per vivere bene basterebbe migliorare, anche poco, ma sempre…

Come è iniziato il tuo 2013?

E l’anno appena finito, come è stato?

Penso che, se fai un inventario onesto, troverai belle cose, e cose da dimenticare.

Per me il 2012 ha avuto degli eventi straordinari. Ho coronato il sogno di pubblicare un libro con Chris Cowan e Natasha Todorovic, che abbiamo anche portato in Italia per il primo corso certificato in Dinamiche a Spirale. I miei audio libri sono sempre stati in posizioni alte in classifica iTunes. La formazione è andata bene, e la parte di Coaching anche meglio.

Ho festeggiato con Nancy il nostro decimo anniversario di matrimonio, prendendoci la prima vacanza da soli a Istanbul. Una città splendida per momenti splendidi e speciali.

Carolina ha iniziato la prima elementare con motivazione, Martina cresce bene e a vista d’occhio.

Ci sono stati anche momenti difficili. Lavorativi, personali e famigliari, ma di quelli preferisco non dare i dettagli.

È la vita. Per essere vera, completa, deve aver tutto. Per questo è così bella.

Nel mio lavoro, passo la maggior parte del mio tempo con le persone. Spesso la richiesta che mi fanno, è proprio di migliorare qualche aspetto della loro vita. Ho la fortuna di lavorare con chi vive già a un buon livello. Non sono un terapeuta che cura chi ha problemi. Forse proprio per questo, spesso mi chiedo, cosa rende una persona felice, felice? Una vita ricca di soddisfazioni, di cosa è fatta?

Gli anni passano e accumuliamo cose, ricordi, esperienze… ma miglioriamo? Creiamo una vita come la vogliamo noi, o ci adattiamo continuamente, limitando i danni?

Leggendo un articolo di Umair Haque, un autore specializzato in macroeconomia e management, ho visto tre idee che mi sono piaciute.

Tre cose da fare, per iniziare bene l’anno, per continuare a crescere, per migliorare giorno dopo giorno.

Non è nulla di nuovo, ma è semplice, quindi mi piace.

Eccole.

 

Coltiva un te migliore.

Da piccoli andiamo a scuola, da grandi facciamo corsi (o altro) per educarci ed imparare. Ma a quale scopo? (Mi sentirai fare questa domanda sempre più spesso!). A scuola purtroppo studiamo per prendere un buon voto, nella vita spesso per stare al passo con i tempi.

Io penso che sarebbe meglio per tutti se lo studio, a qualsiasi livello, avesse lo scopo di migliorarci. I voti contano poco, essere aggiornati non basta. Non ad essere felici.

Il mondo è pieno di persone “so tutto io”, che però, spesso, sono umanamente povere, e quindi infelici. Dovremmo mettere un cartello di “lavori in corso” sulla nostra vita, dovremmo cercare di “coltivare il nostro giardino”, come diceva Voltaire, sapendo che è un lavoro senza fine. Una “never ending quest”, cioè “una ricerca senza fine”. (Per citare Clare W. Graves, padre delle Dinamiche a Spirale).

Una vita ricca di soddisfazioni e di tutte le emozioni che rendono l’esistenza una cosa bella, è una vita di crescita, di sviluppo.

 

Crea e cerca cose extra.

L’ordinario non dovrebbe interessarci. La mediocrità ancora meno. Dovremmo voler crescere per andare oltre. Per seguire le nostre passioni, per superare i limiti. Dovremmo cercare quei momenti di vita vera, dove il cuore batte forte, la bocca si asciuga e le mani sudano o tremano.

Thoreau diceva:

“Molti uomini hanno vita di quieta disperazione: non vi rassegnate a questo, ribellatevi, non affogatevi nella pigrizia mentale, guardatevi intorno. Osate cambiare, cercate nuove strade.”

Che belle parole!

Non serve diventare pirati, asociali, rivoluzionari o buttare via tutto. Basterebbe fare un po’ di più quello che ci piace. Oppure fare le cose ordinarie in modo diverso.

Mettere a letto i figli non è sempre appassionante, ma inventarsi una favola diversa ogni volta, può rendere quel momento magico per loro e per te.

Forse non diventerai un ballerino famoso, ma se ti piace il tango perché non andare a lezione e vivere la passione di quel ballo almeno una sera alla settimana?

Se sei un barista, puoi fare i cappuccini come se fosse una routine, oppure come se ognuno fosse un quadro che, grazie alla tua fantasia, ha un disegno diverso ogni volta.

Puoi inventarti di tutto, persino di essere una rockstar quando giochi alla Wii, ma anche di convincere due “guru” americani a scrivere un libro con te.

 

Sbaglia, impara e perdona.

Sbagliando si impara, lo sappiamo tutti,  ma nessuno vuole sbagliare.

Poi, serve anche perdonare chi sbaglia, incluso se stessi. Io odio sbagliare e faccio fatica a perdonarmi.

Se vuoi fare cose nuove, o se vuoi fare le cose vecchie in modo nuovo, devi mettere in conto di poter sbagliare. Mc Claren diceva “nessun errore, nessun progresso”. Lo sappiamo tutti, ma pochi mettono davvero in pratica questo concetto.

Se vuoi andare oltre, devi darti il permesso di sbagliare. Lo stesso devi fare con i tuoi colleghi, figli, amici e con il tuo partner. Se non permetti l’errore, non chiedere loro di migliorare. Di fatto gli stai dicendo di fare solo quello che sanno fare bene.

Evita lo sbaglio che molti insegnanti fanno a Scuola. Quello di premiare solo chi fa bene, e mai chi prova qualcosa di nuovo e sbaglia perché sta imparando.

 

Antonio Machado un giorno scrisse:

“viandante, non c’è cammino,

sei tu che fai il sentiero camminando.”

 

Quello che conta è che tu cresca, che tu faccia qualcosa che per te abbia valore perché ci credi, perché ami quella cosa o la ragione per cui la fai.

Sbaglierai, sbaglieranno e per questo diventerai migliore.

L’alternativa è fare quello che sai fare, che noia, che tristezza.

Ci aspetta un anno molto difficile, le sfide sono nuove e molto, molto difficili.

Servono persone disposte a crescere, fare quell’extra necessario, servono persone disposte a rischiare di sbagliare.

Che dici, sei una di queste persone?

Buona settimana.

Claudio

 

PS Domenica 20 a Milano, e domenica 27 a Roma, facciamo il workshop “Obiettivi!”, la giornata per pianificare il tuo anno. Se vuoi essere dei nostri clicca qui.

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