Pensavo, anzi ero convinto, che il calcio fosse lo sport più praticato al mondo. Non a caso in quasi tutti i paesi del globo è il più famoso e seguito. Mi sbagliavo.
La scorsa settimana nei miei viaggi italiani e stranieri, ho capito che è un altro sport a vincere su tutti: “lamentarsi”.
L’ho capito proprio in un’organizzazione che si occupa di calcio, in una situazione che stavamo gestendo, sono arrivato a questa conclusione. Anche in questo caso, ci sono paesi dove è più o meglio praticato. Ci sono persone che hanno più tecnica, altre che ne hanno di meno ma compensano con la quantità. Come il calcio questo è uno sport che possono praticare tutti, puoi farlo da solo o in gruppo. Le differenze sostanziali sono che non ti serve un pallone e che a questo gioco perdono tutti, in questo gioco è impossibile vincere. C’è chi è più portato, forse per educazione o storia personale. Chi avrebbe più diritto di giocarci, chi meno. Comunque sia, è molto diffuso, soprattutto ultimamente. La cosa che mi colpisce sono coloro che lo fanno così tanto per farlo. Magari, vivono situazioni che di fatto sono buone, hanno problemi che la maggior parte delle persone chiamerebbero “sogni”. Nonostante questo, si lamentano, perché chi fa questo sport tende ad aumentare la dimensione delle cose negative e a minimizzare il proprio contributo e/o responsabilità. Per loro la colpa è sempre di qualcun o qualcos’altro, si sentono vittime.
Il tutto a causa della loro passività. Non fanno nulla per risolvere la situazione. Se si mettessero in moto, dovrebbero smettere di lamentarsi e poi risolverebbero le cose togliendo proprio l’oggetto del loro sport.
È un’attività che facciamo tutti, a volte, anche io e te. Per qualche ragione è naturale. Solitamente, meglio stai, più sei propenso a farlo. Chi ha veri problemi, quasi sempre, non ha il tempo materiale per praticare questo sport. Infatti, richiede molte energie fisiche e mentali. Stanca molto. Non solo chi lo pratica ma soprattutto gli spettatori. Direi che è lo sport più stancante per chi lo segue senza giocarlo. Io cerco di farne poco. Grazie all’educazione che ho ricevuto, al lavoro che faccio e alle persone che mi circondano, non riesco proprio a prendermi il tempo per farne un po’. Forse è per questo che mi piace sempre meno. Mi piace poco farlo perché mi stanca e mi annoia tantissimo. Mi piace ancor meno vederlo fare, perché mi infastidisce. Sono sempre meno tollerante di chi si lamenta e non fa nulla. Magari poi aggiunge giudizi sommari (da somari, nel senso di asini, quali sono), e commenti gratuiti sulle persone “fortunate”, che hanno quello che loro vorrebbero. Tempo fa, cercavo di spiegare a questi professionisti della lamentela che queste altre persone non sono fortunate; certo, la fortuna aiuta ma solitamente arriva nella vita di chi la cerca e la crea.
Lamentarsi non ha mai attirato nessuna fortuna.
Se leggi il mio blog dubito che tu sia un professionista della lamentela. È possibile però, che tu abbia degli esempi nella tua vita privata o professionale. Se ci sono, ti consiglio di perdere poco tempo con loro. Non solo nell’ascoltarli ma anche nel cercare di spiegare loro che tu sei “fortunato” perché ti sei impegnato, non perché è arrivato tutto dal cielo. Se vogliono cambiare e hanno bisogno di aiuto, vale la pena aiutarli, se lo meritano! Se invece gli piace praticare questo sport meglio se ti fai da parte. Aiutarli, significherebbe togliere loro un divertimento a cui non possono fare a meno, e a te la qualità di vita che solo noi “fortunati” possiamo avere. Continua ad essere “fortunato” e lascia che loro facciano sport. Claudio