Sull’aereo, quando scendono i respiratori a ossigeno, la regola vuole che tu lo metta su te stesso prima di aiutare gli altri a fare lo stesso. È una regola di buon senso che spiega in maniera semplice come tenersi a distanza dallo sfinimento e dal burnout nella vita personale e in quella lavorativa.
Lo potremmo chiamare un sano egoismo. Noi che siamo cresciuti in una società, in una comunità fortemente influenzata dai valori cattolici dell’altruismo e del sacrificio personale, spesso, possiamo fare fatica ad accettare di metterci al primo posto. Eppure, a volte, è ciò che serve.
Se sei una persona che investe parti fondamentali della sua identità sull’essere generoso o generosa, probabilmente sei consapevole che i benefici del dare possono fluire sia al donatore che al ricevente. Gli altruisti, infatti, sono spesso più sani e hanno vite più lunghe. Vivono un’euforia, uno stato di piacere che solo il dono può dare.
Un sano altruismo, dunque, è l’altro lato della medaglia di un egoismo sano: significa fare del bene con la consapevolezza che faccia bene tanto agli altri che a sé. Questo equilibrio è fondamentale per gestire le nostre pulsioni naturali: tanto quella che ci porta costantemente a dedicarci agli altri, a metterli prima di noi, tanto quella che ci porta a pensare solo a noi stessi.
Raggiungere un equilibrio ideale nel dare è difficile perché ci sono tanti incentivi, sia sociali che biologici, per dare fino a quando non ne abbiamo più. Il dare coinvolge il sistema di ricompensa mesolimbico del cervello, che ci ricompensa attraverso la dopamina. È molto facile diventarne dipendenti. I gratificanti rilasci di dopamina che si ottengono quando si aiuta, specialmente quando le persone ti lodano per i tuoi sforzi, sono una droga per il cervello.
Quasi senza accorgersene, chi dona, finisce col sacrificare nel frattempo la propria salute e il proprio benessere. Per uscire da questo loop e ristabilire un equilibrio sano è necessario farsi qualche domanda. In questo modo, chi tende a donare troppo, può indagare su ciò che lo spinge a farlo e se è sostenibile. In pratica, puoi chiederti se ciò che fai è esattamente ciò che vuoi e soprattutto se l’aiuto che vuoi dare ti dà veramente qualcosa o ti sottrae tempo ed energie per cose altrettanto importanti per te: fra queste c’è certamente anche il riposo.