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Le molte identità del campione

Massimiliano Rosolino, è un campione e da nuotatore ha raggiunto importanti risultati e una grande notorietà. Medaglia d'oro alle Olimpiadi di Sydney nel 2000 e oro mondiale a Fukuoka nel 2001, con le sue vittorie ha fatto sognare l'Italia e ci ha regalato prestigio in uno sport dove la competizione è massima e il divario ai vertici spesso infinitesimale. Nel nostro incontro, avvenuto ormai qualche anno fa, ci ha detto: “Sull'Olimpo siamo tutti uguali e lo siamo sull'Olimpo come lo siamo anche in terra, questo deve capire la gente che fa sport. Si raggiunge un traguardo di eccellenza non quando sei meglio degli altri, ma quando sei con gli altri”. Ci ha raccontato che quello che stava vivendo in quel momento era un periodo molto significativo della sua vita e che, dopo aver letteralmente vinto tutto, qualcosa era cambiato per lui. Per la prima volta nella sua vita di sportivo, gli è capitato di non aver voglia di allenarsi. “In questo momento della carriera sono un marito, un padre, un adulto. Queste sono le mie ‘giustificazioni’ (dicendolo, disegna le virgolette nello spazio davanti a sé con le mani). “Adesso per me conta la forma fisica, perché nello sport ad alto livello soprattutto nel nuoto, bisogna trovare quei pochi giorni di sole, perché le ottime condizioni le raggiungi tre, quattro volte nell'anno e così è meglio fare i compiti. Mi concentro su questo e giorno dopo giorno e mi sento rigenerato. Questo cambiamento è una cosa che ho fatto fatica ad accettare, però adesso sta andando bene. Quando mi sono accorto che non avevo voglia ho cercato il gruppo, proprio io che sono sempre stato un solitario e che in tutto e per tutto faccio affidamento su quello che sono io, ho allungato il braccio, messo da parte l'orgoglio e accettato che venissero verso di me. Ora sono molto contento di questa cosa, credo che sia un dare e avere, certo sono il più ferrato del gruppo, ma ferrato nel senso che metto un po' di equilibrio, nonostante adesso io abbia meno traguardi di loro. Così mi sono detto che se c’è un’opportunità voglio prendere quella e visto non ero pronto quest'anno a staccare la spina, nel dubbio faccio quello che serve.” Massimiliano si è comportato da campione anche di fronte ad un passaggio che tutti gli atleti professionisti si trovano a gestire, prima o poi. Lui era il migliore e oggi si trova a dover ridimensionare i suoi obiettivi, ora la sfida è soprattutto con se stesso, e si sa, fronteggiare se stessi è più difficile che competere con gli altri. Massimiliano ha riconosciuto e accolto la situazione presente, quali sono gli ostacoli da superare oggi, le vecchie e le nuove risorse da usare per andare avanti, e ha trovato il modo di essere soddisfatto come atleta, come compagno di squadra, come compagno di vita, come padre e come persona. Questa è la lezione. Quello che conta è che la tua performance sia allineata con chi sei e pensi di essere mentre fai quello che fai, e allora persiste la motivazione e la voglia di continuare, solo così c’è soddisfazione.

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