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Le Barriere alla felicità

Si parla tanto di felicità, l’ho fatto anche io nel mio ultimo libro, proprio nel titolo. Però, se ci pensi, la felicità è un concetto/emozione molto soggettiva. Per ognuno è una cosa diversa che cambia persino nell’arco della vita. Una cosa è certa, i blocchi, cioè le barriere che ci separano dalla nostra felicità, sono molto simili, a tutte le età e in qualsiasi livello delle DaS. Certo siamo tutti unici e irripetibili, quindi diversi, però io vedo tante similitudini ovunque vado nel mondo. Per barriere non intendo cose esterne come soldi, un partner e così via… Intendo le risorse interne, così care a chi come me fa PNL. Tutto nasce da dentro, da chi sei, come sostengo nel mio primo libro edito da Sperling “la vita come TU la vuoi”. Lo dimostra il fatto che, ci sono persone che sembrano aver tutto ma sono infelici, e altre che sembrano avere poco ma hanno la felicità. Per renderla semplice parlerò di 5 barriere. Te le elenco così possiamo vedere se sei d’accordo con me. 

1. Mancanza di autostima (auto-rispetto, auto-valorizzazione o come vuoi chiamarla tu).

Come puoi essere felice se non ti piaci? Nancy nel suo libro appena uscito (intitolato “crea TE stessa”), parla di essere “encantada de conocerte”. Parla del passaggio che ha fatto tempo fa, durante il quale, ha deciso di essere bella e di piacersi. Come? Prendendo responsabilità di sé stessa e smettendo di credere alle bugie/giudizi altrui. Per capire meglio leggi il suo libro, è scritto per le donne ma anche noi maschietti possiamo imparare qualcosa. 

2. A causa del primo fattore, si cerca continuamente l’approvazione altrui. Si cambia per piacere perdendo se stessi.

L’unico modo per essere felice è essere chi sei. Certo, dobbiamo convivere con gli altri, ma un conto è essere educati un altro è interpretare parti che non ci piacciono. Gli altri hanno sempre aspettative e richieste su come devi essere ma, come dice Joel Olsteen, meglio deludere le aspettative degli altri che ti vorrebbero diverso piuttosto che deludere quelle di Dio che ti ha fatto come sei. 

3. Mancanza di una direzione per la propria vita.

È un concetto base nel modo di pensare del Dr. Bandler, co-fondatore della PNL, che io condivido. Gli obiettivi sono importanti ma possono cambiare e non sempre danno la felicità. Meglio dare una direzione alla tua vita, ti porterà lontano, molto più lontano di dove puoi immaginare. Decidi quale è la tua stella polare e seguila. Ti aiuterà a superare i momenti difficili, a essere allineato con te stesso; ti porterà lontano e soprattutto dove vuoi andare tu. 

4. Mancanza di scopo, il mio cavallo di battaglia!

Lo scopo è il perché fai quello che fai, che secondo me è alla base di tutto. Non a caso mi sono innamorato delle DaS. Lo scopo ti dà forza, motivazione e un senso. Troppi coach pensano solo agli obiettivi e/o alla visione. Alcuni non sanno nemmeno cosa sia uno scopo! Lo stesso vale per le aziende. Perché fai quello che fai? Al servizio di chi/cosa vivi, lavori, ti impegni? Chi ha risposte a questa domanda vive meglio, qualsiasi sia la situazione in cui vive. 

5. Mancanza di priorità.

In una vita sempre più complessa non hai tempo per tutto, sempre. Devi scegliere cosa lasciar fuori. Se ti manca autostima, se cerchi sempre l’approvazione, se non hai direzione e soprattutto ti manca uno scopo, sarai sempre alla mercé della situazione, delle priorità altrui, delle cose che accadono. E nel frattempo la tua vita passerà… Chi ha queste cose ben chiare ha una vita di qualità, ecco perché è felice. Non dico nulla di nuovo, è scritto in tutti i testi sacri. I filosofi lo dicono da sempre, sono concetti quasi ovvi. E per questo spesso dimenticati. Claudio

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