Conosco persone generose e per questo mi sento molto fortunato. Sono miei collaboratori a volte, in altri casi lavorano in aziende straordinarie con le quali ho l’onore di collaborare e sono quel tipo di persona pronta a lanciare il cuore oltre l’ostacolo in qualunque momento. Sono quelle persone la cui generosità a volte finisce persino col danneggiarle. Pur di aiutare qualcun altro ritardano una consegna, si scordano di mangiare, di bere o di riposarsi.
Questo tipo di generosità è un tesoro prezioso per qualsiasi azienda. E proprio per questa ragione è necessario che l’imprenditore, il manager o il responsabile di questa persona la aiuti a mettere nella giusta prospettiva l’impiego del proprio tempo e delle proprie energie. Per sviluppare una cultura della sostenibilità è necessario fare in modo che tutti siano messi nelle condizioni di gestirsi al meglio.
Questo concetto è molto più vicino allo smart working di quanto non lo sia il lavoro da casa, che è solo un fare le stesse cose che si fanno in ufficio, a casa. Una cultura del lavoro smart significa innanzitutto trasferire una quota di responsabilità della gestione alla singola persona. Vediamo insieme quali possono essere alcune alternative da offrire a chi tende a fare troppo per potersi gestire meglio:
- Prendere tempo. Quando si è molto disponibili si ricevono più domande, richieste, pareri. Anche se questo può gratificare il bisogno di contributo di alcuni, a lungo andare questa pratica può avere deleteri sulla produttività del singolo. Prendere tempo quando si riceve una richiesta può essere utile per valutare meglio le alternative. E ci porta al secondo punto.
- Individuare la risorsa più adeguata. Quando si viene investiti di una richiesta o di un problema si tende ad agire per risolverlo in prima persona. Questo può essere un limite sia per sé stessi sia, ad esempio, per la crescita di altri. Delegare ad un collaboratore più giovane una parte di lavoro può aiutare a farlo crescere oppure coinvolgerlo per farsi aiutare favorisce attraverso un mentoring molto pratico il trasferimento di competenze.
- Indica la porta. Non nel senso di mettere alla porta chi chiede aiuto! Nel senso di mostrare qual è il filo da tirare per sciogliere la matassa, l’inizio del percorso di uscita dal labirinto. In questo modo chi viene con un problema torna a casa con un piano d’azione e ha la possibilità di crescere e risolvere la questione in autonomia e tornare con i necessari aggiornamenti e magari la soluzione in mano.
Rispondere sempre sì non rende più leader di quanto non lo faccia al contrario urlare ordini per i corridoi dell’azienda. La leadership passa sicuramente per la capacità di offrire risposte e soluzioni e allo stesso tempo il leader deve bastare a sé stesso, in qualche modo deve garantirsi le energie sufficienti per ottenere i risultati dei quali l’azienda ha bisogno. All’Extraordinary Talk affronteremo insieme a protagonisti del mondo aziendale italiano e internazionale questi nodi della leadership e potrai trovare nel loro esempio gli spunti necessari per crescere.