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La perfezione può essere un obiettivo?

Se lo fosse sarebbe un obiettivo modesto, noioso e privo di fantasia. La perfezione infatti prevede che esista un livello ultimo oltre il quale non è più possibile svilupparsi. Naturalmente la realtà è troppo complessa per accettare uno standard rigido come la perfezione. Più interessanti della perfezione ci sono l’azione, la pratica, la crescita e il miglioramento.

Ogni volta infatti che pensiamo di aver raggiunto la perfezione facciamo una scoperta: si può sempre migliorare. E il miglioramento avviene un po’ per volta. Michael Schumacher, il grande campione di Formula 1, molte volte è stato associato all’idea di perfezionismo. Nella sua cura per il dettaglio invece c’era una passione autentica per il miglioramento. In una delle sue interviste più belle lui stesso si dice tranquillo che il record di vittore che lui aveva battuto – e all’epoca sembrava impossibile – a sua volta sarebbe stato superato.

È tutta una questione di standard. Ritorno su questo tema perché in molti dopo l’ultimo post mi hanno scritto chiedendomi se alzare i propri standard non rischi di portare al perfezionismo. Il perfezionismo infatti è l’esatto contrario della realizzazione. Le persone di successo realizzano obiettivi e sono soddisfatte. Chi si lascia andare al perfezionismo invece pur ottenendo risultati resta sempre insoddisfatto: e senza soddisfazione non esiste un vero successo.

Come si fa dunque a trasformare un pensiero che cerca la perfezione in un pensiero che si appassiona al miglioramento?

Spingi più in là i limiti (ma non troppo). Se ti piace cucinare avrai certamente sperimentato come a volte una ricetta possa dare un risultato differente attraverso piccole variazioni. E quando la vuoi migliorare ti concentri su uno o due passaggi o ingredienti. Se cambi troppe variabili contemporaneamente non impari nulla perché non sai cosa ha funzionato di preciso. Spingiti un po’ più in là, un passo alla volta.

Prenditi cura del tuo lavoro. Quando ci si prende cura delle cose, queste durano. Prendersi cura significa accettare ciò che è e fare del proprio meglio perché questa cosa sia nel suo stato migliore. Con gli occhi del perfezionismo non si accetta ciò che si ha e diventa impossibile prendersene cura. Coltiva ciò che hai: relazioni, cose, lavori e queste dureranno nel tempo.

Ama ciò che hai fatto. Il modo migliore per superare il perfezionismo è festeggiare i risultati. Quando ti riconosci il valore di ciò che hai fatto hai ottenuto il risultato più importante. Probabilmente cerchi la perfezione perché ci tieni a fare un ottimo lavoro e avere un impatto enorme sul mondo che ti circonda. Ma l’impatto più grande lo hai quando ami ciò che fai.

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