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Inferno e paradiso

“Se credi al Paradiso, allora devi credere anche all’inferno”, questa è la risposta della Maestra di religione a Martina, la nostra figlia più grande (9 anni e mezzo).

Lo scorso anno la Catechista, con nostro grande piacere, spiegò ai bambini, tra cui Martina, che il diavolo non esiste. Cioè non c’è un tipo cornuto con il forcone. Quella fu un’invenzione per spiegare il male e far venire paura a chi, nel passato, non aveva cultura.

A scuola, durante religione, nostra figlia ha espresso la sua idea. Secondo lei l’inferno non esiste, cioè non c’è quel posto dove tutti i cattivi bruciano. Lei crede che Dio sia troppo buono per punire all’infinito.

Nancy ed io abbiamo deciso di esporre le nostre figlie alle diverse religioni. Essendo in Italia più a quella Cristiana ma anche alle altre. Pensiamo sia giusto che sappiano che altri popoli credono a cose diverse in modo diverso, e tutti sono da rispettare. Ci piace che usino la loro testa e, seppur educate, decidano in autonomia.

Certo non è sempre facile.

Io ho le mie convinzioni, e mi è praticamente impossibile non influenzare il loro pensiero, ci provo ma sono sicuro che, essendo il padre, abbia una forte influenza. Lo stesso fanno le Maestre, più o meno consapevolmente.

Martina non è convinta del ragionamento della Signora che insegna religione a scuola. Lei ritiene di poter credere al Paradiso senza dover credere all’inferno, e io concordo con lei. Quando me ne ha parlato ho cercato di capire il concetto della Maestra, ma non ci sono riuscito. Martina mi ha spiegato il suo che aveva un bellissimo filo logico. Mi inorgoglisce sapere che usi la sua mente, faccia dei ragionamenti e decida per sé. Soprattutto mi piace che la decisione, risultato di un percorso di pensieri, non sia campata in aria.

Perché comprare a scatola chiusa un concetto che viene da altri?

Certo la Maestra ha autorità, in molti casi anche autorevolezza, ma dobbiamo pur metterci del nostro. In questo caso siamo stati fortunati che l’imprinting della Catechista è buono, Martina ha una buona base su cui pensare.

Io mi chiedo, quali e quante altre istallazioni subiranno Martina e Carolina?

Quante ne abbiamo avute io e te? Quante ne avremo ancora?

Io cerco di difendermi: leggo, ascolto, mi informo e poi cerco di decidere con la mia testa.

Educare dei figli è più complesso. Quanto posso influenzarle? È giusto?

Penso che visto che altri cercano di farlo, devo almeno controbilanciare la cosa. In questo caso ho spiegato a Martina il credo delle religioni che conosco, le ho raccontato anche del credo di altri, come quello che l’inferno non esiste, ma esiste il rammarico dell’anima di non aver vissuto appieno la vita… Poi le ho detto quello che ritengo sia la verità. Che nessuno ha certezza su questa cosa.

Gli unici che ce l’hanno sono i morti. È una delle poche cose belle di morire, questi dubbi sono tutti risolti.

Nel frattempo dobbiamo solo decidere cosa sembra giusto per noi. Certo, dobbiamo ascoltare gli altri, leggere i testi scritti dai saggi, studiare, cercare…

Poi bisogna decidere e, io credo, che Dio (l’Universo, la Natura o come la vuoi chiamare) ci ha messo al mondo per decidere con la nostra testa. Altrimenti perché ci avrebbe dato un cervello? Oppure perché dovrebbe premiarci o punirci se le decisioni sono state prese da altri?

Non so, è la mia idea. Chissà cosa ne pensa la Maestra di religione.

Claudio

 

P.S. Vieni alla nostra festa del 23 maggio?

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