Qualche settimana fa ha fatto notizia una ricerca realizzata da Google per identificare i dieci migliori comportamenti che rendono straordinari i propri manager. Ciò che emerso da questa ricerca è molto interessante e per quanto sia stata realizzata in un ambito autoreferenziale (Google si chiede cosa rende grande un manager di Google dentro Google) offre moltissimi spunti di riflessione a chiunque sia interessato a comprendere cosa funziona e cosa non funziona in azienda quando si gestiscono grandi team, molte persone, tanti compiti differenti. In sintesi, i dieci comportamenti di un grande manager (di Google) sono questi:
1. È un buon coach.
2. Trasferisce poteri decisionali ai team e non si occupa di gestire le piccole cose.
3. Crea un ambiente di gruppo inclusivo, dimostrando preoccupazione per il successo e il benessere.
4. È produttivo e orientato ai risultati.
5. È un buon comunicatore: ascolta e condivide le informazioni.
6. Supporta lo sviluppo della carriera e discute le prestazioni.
7. Ha una chiara visione/strategia per il team.
8. Ha competenze tecniche chiave per aiutare a consigliare la squadra.
9. Collabora con Google.
10. Ha grandi capacità decisionali.
Leggendo questa lista la prima considerazione potrebbe anche quella definitiva: tutti i comportamenti che rendono grande un leader non si riferiscono al manager stesso, a ciò che fa per sé e la sua carriera ma a ciò che può fare per gli altri. E già questo sarebbe sufficiente per chi desidera cambiare stile di leadership, qual è la direzione in cui andare. Desidero soffermarmi su tre punti in particolare perché a mio avviso sono più interessanti degli altri. Il primo punto è ovviamente “E’ un buon coach”. Lo dico da tanti anni, ne ha parlato l’università di Harvard, è sotto gli occhi di tutti: chiunque desideri fare impresa o si trovi a gestire un team o delle persone, ormai non può più prescindere dal possedere skill da coach o farsi affiancare da un coach professionista nella costruzione e gestione di una squadra vincente. Il secondo punto “E’ un buon comunicatore” e la cosa interessante è che l’essere un buon comunicatore viene messo in relazione diretta con la capacità di ascolto! Non con la capacità di esprimersi o di fare networking. Un leader, un comunicatore capace è una persona che sa calibrare i propri collaboratori e comprendere davvero ciò di cui hanno bisogno per potersi esprimere al meglio. Il terzo punto è l’ultimo della lista e potrebbe sembrare in contraddizione con l’immagine che traspare dai punti precedenti: in realtà è perfettamente coerente e si trova appunto in fondo alla lista dei comportamenti importanti e va a concretizzare le capacità di ascolto, di analisi e di consiglio alla squadra, finalizzando un lavoro complesso che altrimenti rischierebbe di rimanere sospeso e un po’ aleatorio: un grande manager, come ogni grande leader, è respons-abile e dopo aver ascoltato dà la sua risposta.