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Dovrei, ci provo ma in passato ho sbagliato

Conosco tante persone che passano troppo tempo a pensare agli errori del passato. “Avrei dovuto fare così, non avrei dovuto fare cosà”. Lo stesso vale per i “dovrei”. “Dovrei fare questo, dovrei fare quello”, che secondo me è l’anteprima del “ci provo”, la tipica frase di chi poi non fa.

Partiamo dai “avrei dovuto”. Tutti avremmo dovuto fare qualcosa o non fare qualcos’altro. È la vita. A volte abbiamo fatto come abbiamo fatto perché ci mancavano le risorse, altre perché eravamo emotivamente sfasati, ci sta. Lo stesso vale per le cose che non abbiamo fatto. Gli errori fanno parte del vivere, li facciamo perché siamo umani e li ripetiamo perché siamo umani quindi a volte dobbiamo ripetere la lezione per imparare.

Diabolico non è ripetere gli errori ma continuare a recriminare o rimpiangere. Se hai fatto un errore fai tesoro della lezione, chiedi scusa e fai qualcosa per rimediare. Come dice Randy Paush, chiedi scusa e chiedi come puoi rimediare. Se l’errore lo hai fatto con te stesso chiediti scusa e rimedia con te stesso.

I “dovrei” mi fanno impazzire.

Chiariamoci anche io dovrei fare tante cose che infatti non faccio. Una cosa è certa: dovrei fare le cose poco importanti perché quelle che contano le faccio.  Tony Robbins dice che il fallimento è il risultato di rendere le cose meno importanti di quello che sono e che lo stress nasce dal rendere le cose più importanti di quello che sono. Non so tu ma io spesso dò troppa importanza a cose che non ce l’hanno.

Magari mi deludo per un errore che ho fatto, ci rimango male, recrimino con me stesso invece di andare avanti e imparare.

Ultimamente mi sono imbattuto con un paio di persone che parlano tanto e fanno poco. “A parole sono tutti dei campioni” si dice e queste persone sono dei campionissimi.

Hanno un sacco di scuse e ragioni del perché non possono fare quello che vorrebbero o dovrebbero. Ovviamente le scuse vengono dal passato ed è sempre colpa di altri. Fanno dichiarazioni su quello che faranno che immancabilmente non fanno. È un circolo vizioso.

Se tu sei più disciplinato e porti avanti le cose, hanno commenti e giudizi su di te. Per loro sei fortunato, o rigido o chissà cosa. Quando non ti fai coinvolgere o li eviti pensano che sei uno stronzo, o che non li capisci. Se li lasci fuori dai tuoi progetti perché ti hanno stancato o fatto perdere tempo, dicono che sei un egoista.

Anche questa è la vita. Grazie a Dio ognuno la vive come crede e per la legge karmica (di causa e effetto) tutti raccogliamo cosa seminiamo. Di fatto non raccogliamo sempre, a volte c’è una gelata che rovina tutto.

Una cosa è certa se non semini non raccogli.

Ricordo anni fa quando Roberto Baggio giocava ancora. Era a fine carriera e giocava a Brescia. Dopo l’ennesima operazione al ginocchio rientrò in tempi record in campo, battendo tutte le più ottimistiche previsioni. La sua squadra stava lottando per salvarsi dalla retrocessione e lui voleva esserci. Al suo rientro segnò un goal importantissimo. Grazie a un passaggio si trovò davanti alla porta vuota, non dovette fare altro che tirare per segnare.

Ricordo i commenti degli stupidi che dicevano che era fortunato a essersi ritrovato sotto porta. I più attenti, apprezzavano il fatto che invece di recriminare per l’infortunio, o per errori passati, o per la sfortuna di essersi fatto male, si era posto un obiettivo. Invece di “dovrei rientrare” aveva fatto l’impossibile per essere in campo quando serviva.

Baggio purtroppo non viene ricordato per questo. I più lo ricordano per aver sbagliato quel rigore nella finale americana contro il Brasile. Io ricordo che ai quarti di finale e semifinale di quel campionato del mondo passammo per merito suo. Certo, aver visto quelle partite allo stadio mi aiuta a ricordare quegli eventi, ma quello che importa è senza di lui non saremmo nemmeno arrivati in finale.

Ricordo anche la sua riposta quando a fine carriera qualcuno gli chiese cosa rispondeva a chi gli faceva domande su quel rigore. Lui disse: “dico che c’è chi sbaglia i rigori in finale di campionato del Mondo perché li tira. C’è chi non li tira mai quindi non sbaglia”.

Io ne ho sbagliati un sacco. Mi dispiace ma ci penso poco, ho imparato la lezione e la applico al prossimo da tirare. So anche che per segnarli devo prepararmi. Se provassi a prepararmi sarei sicuro di sbagliare ed è un’idea che non mi piace, la lascio a chi dalla tribuna ha da commentare su come gioco.

Dopotutto sono, come te, fortunato, rigido ed egoista.

E tu, ti stai preparando per il prossimo rigore?

Buona settimana.

Claudio

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