Tempo fa decisi di non far più alcune delle cose che facevo nei corsi di PNL. Stanco e infastidito di sentire partecipanti, che mi dicevano che già in altri corsi avevano visto quello spezzone di film o ascoltato quella canzone, mi ero fermato. Nonostante sapessi che essere copiato è una bella cosa, mi dava troppo fastidio. Non sono spiritualmente così elevato per lasciarmi scorrere tutto addosso. Anzi, direi che sono molto lontano da quel livello. Parliamoci chiaro, tutti impariamo, ci ispiriamo e copiamo. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Io ho imparato tanto da tanti e spesso ripeto quello che mi hanno insegnato. Certo, cito la fonte. Alcune cose sono farina del mio sacco. Come il film e la canzone che ho usato lo scorso week end, al termine del quale, ancora una volta qualcuno mi ha detto che il formatore “tale” usa esattamente come uso io. Poco dopo sì è corretto, “non esattamente”, mi ha precisato, “spiega molto, ma molto meno di te”. L’ego si è trastullato all’idea che io faccio meglio. La parte più piccola di me si è arrabbiata al pensiero che l’ennesimo copione non ha la decenza di fare qualcosa di suo, mentre si auto-elegge a espertissimo della materia, anche se poi ripete come un pappagallo. Come dicevo prima, sono spiritualmente ancora poco evoluto. Come sempre, anche questa volta l’Universo mi è venuto a tirare le orecchie. La stessa sera mia figlia si è lamentata del fatto che una sua compagna di scuola la copia nei modi di fare. Da bravo padre le ho detto quello che penso:
1. se ti copiano, è un buon segno, significa che sei un leader
2. se ti copiano, ti fanno un favore perché ti obbligano a cambiare ed evolverti.
I grandi artisti, le grandi firme della moda, i migliori brand lo sanno. Ecco perché sono i più grandi. E allora, perché se credo in questo (e credimi ci credo), mi arrabbio quando scopro che qualcuno mi copia? Dovrei essere lusingato. Dopotutto Elvis Presley non si è mai arrabbiato a causa di Little Tony. Certo, mi dà fastidio che spesso i copioni oltre a non citare la fonte si atteggiano a grandi guru, comunque dovrebbe scivolarmi addosso, se davvero penso quello che penso. Una parte di me lo pensa. La parte più emotiva, il mio sistema limbico, però reagisce. È paura, e così l’emozione va in contrasto con la convinzione cognitiva. Roy Batty, il biondissimo replicante di Blade Runner che ho rivisto per la millesima volta stamattina, dice al personaggio interpretato da Harrison Ford: “bella esperienza vivere nella paura, vero? In questo consiste essere uno schiavo.” Ecco cosa ho scoperto, che ero ancora un po’ schiavo. Schiavo della paura di non distinguermi dal resto, di non essere abbastanza o chissà cos’altro… Dopo più di un ventennio di lavoro su di me, al fianco dei migliori del mondo, scopro con piacere di avere ancora tanto da imparare e mettere a posto. La buona notizia è che l’ho scoperto (ancora una volta). È un segno che sto crescendo. Approfitto per ricordarmi, e ricordarti, alcune cose basilari e spesso dimenticate:
· il confronto con gli altri per definire il mio valore è un retaggio del mio passato. A volte torna, ma sono solo flashback. So gestirli e ora posso imparare da loro
- il comportamento degli altri non può mai definire il mio/tuo valore. Lo stesso vale per chi sono, quanto guadagnano, quanti libri vendono eccetera. Gli altri possono essere fonte di ispirazione, nel bene e nel male. Possono darti feedback, possono stimolarti, aiutarti… ma tu sei tu e il tuo valore lo determini tu
· la paura nasce dalla parte più antica della nostra mente e del nostro cervello, che, ricordati sempre, non si è evoluto per renderci felici ma per farci sopravvivere. Ecco perché è necessario imparare a gestirlo bene.
E ricorda un'altra cosa, Picasso diceva che i grandi copiano e i mediocri imitano. La differenza è sostanziale, anche se a volte, pure io la dimentico. Sono contento di fare questi errori e di aver ancora molto su cui lavorare. Mi aiuta a crescere e, spero, ti aiuti a fare lo stesso. Love on ya! Claudio