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Perché le Coaching skill sono quello che ti serve oggi nel tuo lavoro

Sai quali sono i benefici che puoi avere nel lavoro se decidi di sviluppare le tue skill da Coach?

Io credo che in ciascuno di noi ci sia una parte di Coach. In alcune persone è più evidente, in altri più nascosta ma tutti hanno la possibilità di farla emergere e metterla a frutto se lo vogliono. Questa è una delle ragioni che mi ha spinto a creare ilCoaching secondo Claudio Belotti e anno dopo anno ne ho la conferma. Ogni persona che come te decide di partecipare a questo corso porta con sé insegnamenti utili, che in molti casi si trasformano in strumenti preziosi sul lavoro.

Questo significa che puoi diventare un Coach in quattro giorni? No, ma puoi iniziare a scoprire il tuo potenziale, a capire come fare di più nella tua vita, personale e professionale, grazie al Coaching. Il tuo potenziale inoltre, grazie agli insegnamenti e alle tecniche di Coaching di grandi maestri come Anthony Robbins, Richard Bandler e Robert Dilts aumenta perché sei in grado di integrare le interferenze e renderle un punto di forza: per te e per le altre persone.

Nel Coaching secondo me infatti la Performance non è determinata dal potenziale meno l’interferenza – come è invece nella formula classica di Timothy Gallwey. La Performance, una grande performance soprattutto, è determinata dal tuo potenziale più l’interferenza! Questa capacità di integrare le interferenze fa davvero la differenza.

Essere un Coach al lavoro può tornarti molto utile e può portare a un netto miglioramento dei tuoi risultati e della tua squadra. Vediamo insieme 3 esempi (più uno) di comportamenti efficaci che sviluppi con una mentalità da Coach:

Impari a parlare con un collega in difficoltà A tutti può capitare una giornata storta. E certamente quando si entra nel mood in cui “va tutto male, va tutto storto” le cose non migliorano. Se poi questo diventa un mantra quotidiano, si rischia di perdere una risorsa che, demotivata, influisce sull’intero staff. Bisogna fare un bel respiro e con la calma, la pazienza e la risolutezza di un artificiere, disinnescare questa bomba. Inizia ad aiutarlo a riflettere sui suoi sentimenti e di quali risorse ha bisogno per andare avanti. Stai attento a non far sentire la persona giudicata e non dirgli come si sente né come dovrebbe sentirsi. Aiutalo a capire cosa lo stressa, fagli domande aperte e stai ad ascoltare. Non dire: "dovresti smettere di preoccuparti così tanto" o "la stai facendo troppo grande". E ricorda la cosa più importante: non puoi costringere qualcuno a sentirsi meglio. Puoi solo offrire ascolto e comprensione e per alcune persone potrebbe già essere tutto ciò di cui hanno bisogno.

Impari a misurare meglio le aspettative per ottenere il massimo dal team. Uno degli insegnamenti più importanti del mio maestro Anthony Robbins è che per avere una vita straordinaria è necessario alzare i propri standard. Vale nel privato come sul lavoro. Il problema è quando si agisce più sulle aspettative che non sugli standard si rischia di ottenere dal proprio team risultati deludenti. Perché? Le alte aspettative possono motivare i membri del team, è vero. Ma se sono troppo alte, potresti avere più danni che benefici e danneggiare la fiducia in sé dei membri della tua squadra. Per ottenere il meglio da te stesso e dal tuo team, puoi fare 3 cose. Primo, misura bene i rimproveri. Quando le persone percepiscono che sei costantemente scontento, perdono la motivazione. Secondo, assicurati che ogni persona nella tua squadra sappia cosa apprezzi di loro. Se vuoi che le persone migliorino, aiutale ad andare verso il miglioramento con rinforzi positivi sui comportamenti. Terzo, assicurati di comunicare in maniera chiara gli obiettivi e se c’è qualcosa che non funziona, aggiustali in corsa.

Impari a sperimentare. Oggi la vera rivoluzione dello smart working, del lavoro smart, è l’indipendenza. Sì, l’indipendenza dei dipendenti. Suona come un controsenso ma non lo è e ti spiego perché. Le aziende più innovative infatti incoraggiano i propri dipendenti a lavorare in autonomia, a sperimentare. Un buon modo per iniziare è mettere le persone in condizione di condividere i propri interessi sul lavoro. Questo li aiuta a costruire fiducia in sé stessi e portare in maniera più completa la propria identità sul lavoro. Poi mostra fiducia e lascia liberi i collaboratori di svolgere il lavoro, anche in modi mai provati prima: con un obiettivo chiaro, puoi allentare il controllo sul processo.

E infine, metti in conto la possibilità di errore. Se vuoi innovare e “correre il rischio” di fare meglio, devi accettare anche la possibilità che qualcosa vada storto, almeno qualche volta. Ciò che fa la differenza, in fondo, è il valore dell’innovazione che ne riesci a tirare fuori. Un buon Coach, trova sempre qualcosa di utile. Infine ricorda che imparare a fare il Coach, significa anche imparare la flessibilità. Essere flessibili significa innanzitutto adattarsi alle situazioni. Adattare sé stessi e il proprio stile di leadership. Questo è un ottimo spunto soprattutto quando si lavora in ambito multiculturale. Oggi le aziende sono spesso ricche di culture, idee e visioni differenti. Quando vuoi entrare nel meccanismo di pensiero di una cultura differente dalla tua inizia a riflettere su come il tuo stile di leadership è influenzato dal tuo background e dalla tua identità personale. Quando lavori con dipendenti di culture diverse, pensa attentamente a dove potrebbe essere necessario adattare il tuo solito approccio. Quando incontri qualcosa che non capisci, chiediglielo invece di fare ipotesi. E sii sempre disposto ad adattare il tuo stile di leadership. Per ottenere risultati non dare per scontato che le altre persone si adegueranno a te. Ricorda che l’elemento più flessibile del sistema è quello che vince.

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