We can be Heroes

Un punto sullo smart working

Negli Stati Uniti alcuni mesi fa è stato realizzato un sondaggio nel quale è stato chiesto alle persone di parlare della propria esperienza con il lavoro da remoto. Per quasi tutti si è trattato di un passaggio improvviso. Erano, infatti, ben pochi quelli che provenivano da esperienze pregresse di lavoro da remoto e inizialmente tanto le aziende quanto i dipendenti si sono trovati spiazzati. Le aziende non sapevano quale avrebbe potuto essere la produttività, i dipendenti non sapevano se ce l’avrebbero fatta a gestire la nuova situazione.

Proprio per questa ragione colpisce molto il risultato dopo un anno:

L'81% dei dipendenti oggi dichiara di amare il lavoro da remoto.

Il 65% dichiara che il lavoro a distanza ha influito positivamente sul proprio equilibrio tra lavoro e vita privata.

Il 60% dichiara di essere diventato più produttivo lavorando da casa.

L’apprezzamento per il lavoro da remoto sembra essere tale e tanto che un lavoratore su tre ha dichiarato di essere disposto a licenziarsi se l’azienda dovesse decidere di riportare in modo stabile il lavoro in azienda senza concedere almeno la possibilità di alternanza. Questo dovrebbe far riflettere sull’impatto che ha avuto il lavoro da casa sulle persone, sulla produzione e sulle aziende in generale.

C’è anche un altro aspetto sul quale riflettere: per quale ragione così tanti lavoratori amano lavorare lontano dall’azienda? Forse il problema non è il lavoro in sé, la mansione. Io non ho la risposta, credo solo che chi dirige una azienda dovrebbe prendersi del tempo, di tanto in tanto, per analizzare la situazione all’interno della propria azienda. Magari indossando gli occhiali a raggi-x de “Gli Stadi del Successo” Roi Edizioni che consentono di comprendere in modo efficace lo stadio di vita dell’azienda.

E per te com’è o come è stata l’esperienza del lavoro da casa? Come l’hai vissuta? Da dipendente o da manager? Quali difficoltà hai incontrato? Condividi la tua esperienza nei commenti!

 
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