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Come puoi gestire un capo con una personalità tossica al lavoro?

Dopo il post della scorsa settimana sulle personalità tossiche in ufficio in molti mi hanno chiesto di affrontare l’argomento anche da un altro punto di vista. Che cosa succede, cioè, quando è il capo ad avere una personalità tossica?

Le aziende, lo sappiamo, sono composte dalle persone che vi lavorano e quando per certi periodi si perdono di vista i valori, la mission o le buone pratiche che hanno reso grande quella azienda, si possono aprire delle fasi di crisi.

Nel mio libro “Gli Stadi del Successo” Roi Edizioni queste fasi le chiamo “stadi” perché rappresentano delle possibili evoluzioni (o involuzioni) che l’azienda può prendere in determinate condizioni. Quando queste si verificano è bene sapere come affrontarle.

Per farlo è importante innanzitutto identificare e riconoscere le caratteristiche delle personalità tossiche – anche dei capi – attraverso i loro comportamenti per poter poi agire nel modo più funzionale possibile in ogni situazione. 

Quali sono dunque i comportamenti ai quali prestare maggiore attenzione? E come si gestiscono? Vediamo insieme alcuni esempi:

  1. Mancanza di delega. Quando hai il ruolo ma non hai le deleghe esecutive potrebbe non essere un problema tuo ma del tuo capo. Mi spiego meglio: ci sono certi che capi che hanno bisogno di controllare ogni fase del lavoro. Non riescono a fidarsi dei propri collaboratori. Questo non è normale: se stai vivendo una esperienza del genere cerca il modo di parlarne con il tuo capo – magari potrebbe essere solo abituato a lavorare in questo modo e non aver mai avuto un collaboratore proattivo – e trova una soluzione che vada bene per entrambi.
  2. Comportamenti inadeguati. In ambito lavorativo non si dovrebbero mai superare certi confini. Dallo scherzo alla maleducazione il passo è breve e anche uno scherzo innocuo protratto a lungo nel tempo può diventare esso stesso una forma di maleducazione. Ci sono, li abbiamo sperimentati tutti, quei capi che passano il tempo a scherzare. Magari hanno iniziato a lavorare in azienda quando ancora non c’erano nemmeno le scrivanie, insieme al fondatore, e oggi si sentono liberi di fare a modo loro. In questo caso devi valutare se può valere la pena restare in azienda e gestire questa situazione o cercare lavoro altrove.
  3. Mancanza di competenze. Le mancanze in questo caso possono andare dall’incapacità a svolgere il proprio lavoro fino al non sapere come gestire le persone in azienda. Non avere competenze nel lavoro o non averne nella gestione delle persone in ogni caso sono dei limiti che possono essere superati con il giusto aiuto. A volte infatti non è il capo a far crescere i collaboratori ma il viceversa: condividi informazioni, proponi corsi di formazione ai quali partecipare insieme, suggerisci percorsi di crescita personale. Se trovi una persona intelligente il tuo aiuto sarà riconosciuto e premiato.
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