Sapere quali domande fare (se sei un recruiter) o sapere quali sono le domande con il maggior peso specifico (se ti stai presentando a un colloquio di lavoro) può aiutarti a ottenere il risultato che desideri. In questo nuovo post ti racconto quali sono le domande più importanti e per quale ragione dovresti fare molta attenzione alle risposte.
In un colloquio di lavoro infatti esistono molti livelli di indagine per arrivare alla selezione della risorsa più adatta al ruolo da ricoprire. Non ti parlerò in questo post dei livelli relativi alle skills tecniche: da capo del personale o da candidato certamente già saprai quali sono le hard skills, le competenze tecniche richieste e sulla base di quelle operare una prima selezione. È importante imparare a guardare oltre il set di abilità richieste e l'esperienza pregressa di un candidato per comprendere rapidamente chi è e come lavora.
Se è vero che sulle competenze tecniche non si può mentire più di tanto perché prima o poi si viene messi di fronte alla realtà operativa e pratica è altrettanto vero che le competenze personali ormai vengono inserite nei curriculum con molta disinvoltura. Quante volte capita di trovare dei CV nei quali non ci sia scritto “ottime capacità relazionali” o “capacità di lavorare in gruppo” o “ottima gestione dello stress”? E quante volte questo corrisponde al vero?
Per capirlo vediamo insieme come si portano allo scoperto quelle che sono le cosiddette soft skills, le capacità relazionali, le abilità di comunicazione, di leadership, di gestione dello stato emotivo. Quelle che la persona ha realmente. Per il manager HR si tratta di porre domande che aiutino il candidato a tirarle fuori, per la persona che partecipa al colloquio si tratta di individuarle e dare una risposta che metta in luce le sue qualità migliori.
Ci sono infatti 5 ambiti da indagare, che corrispondono ad altrettante capacità relazionali nelle quali è importante che la persona abbia competenze: comunicazione, leadership, propensione all’apprendimento continuo, gestione dello stato emotivo, capacità di lavorare in gruppo.
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Comunicazione. Per comprendere e valutare le abilità di comunicazione di una persona ci sono moltissimi modi, diretti o indiretti. Una delle tecniche più efficaci è quella delle domande di recap. Dopo aver spiegato alla persona le caratteristiche del lavoro, porre delle domande per indagare quanto ha appreso, soprattutto dei termini specifici del lavoro. Un buon comunicatore, infatti, riesce a fare proprio il linguaggio specifico dell’interlocutore perché si impegna a vedere la realtà dal punto di vista dell’altro.
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Leadership. La leadership è una vera e propria filosofia di vita, cioè un modo di vivere basato su principi, è una pratica quotidiana e si conquista con l’esercizio costante. Per individuare il potenziale di un leader è necessario guardare al comportamento. Un comportamento proattivo è sicuramente un buon indizio, come lo è la capacità di ascolto. Se si vuole utilizzare una domanda diretta si può chiedere di farsi raccontare la gestione di un momento di crisi vissuto nel lavoro precedente o nella vita in generale.
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Propensione all’apprendimento continuo. La formazione continua è una propensione che denota curiosità e flessibilità, due doti molto utili in qualsiasi collaboratore. Chi ha il desiderio di conoscere un settore o un argomento (e si impegna per farlo) di solito riesce a ottenere la leadership in quel determinato settore o su quel preciso argomento. Domandare quali sono le due o tre abilità che abbia sviluppato la persona negli ultimi cinque anni può essere indicativo del livello di propensione alla crescita personale.
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Gestione dello stato emotivo. In PNL (Programmazione Neuro-Linguistica) lo chiamiamo in questo modo ma puoi intenderlo anche più in generale come la capacità di gestire lo stress perché in fondo l’aspetto importante è la capacità di gestire sé stessi. Qui si possono rappresentare alla persona diversi scenari, situazioni di stress classiche sul lavoro (un cliente che chiama infuriato, una scadenza anticipata, un progetto complesso) e chiedere quale sarebbero le azioni da compiere e per quale ragione.
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Capacità di lavorare in gruppo. La capacità di lavorare in team è tra le soft skills più millantate e meno verificabili. Anche perché spesso si giudica l’individualità, le competenze tecniche e l’esperienza e la capacità di inserirsi in un gruppo e di lavorare con esso viene sottovalutata. Ogni elemento che si aggiunge ad un gruppo è una variabile in più nell’equilibrio produttivo. Qui la domanda può essere anche molto diretta, chiedendo in una squadra che ruolo pensa di poter giocare.
Ora che hai a disposizione questi spunti di riflessione, in che modo ti preparerai per il prossimo colloquio di lavoro?