We can be Heroes

Essere o non essere indispensabili sul lavoro?

La domanda assume connotazioni molto differenti a seconda della persona che la pone. Un imprenditore, il fondatore dell’azienda, ha il diritto di sentirsi indispensabile? Il collaboratore, più o meno anziano o alto in livello, può provare la stessa sensazione rispetto al proprio contributo? Oppure lo sta sopravvalutando a discapito di quello del resto del team?

Si dice che in azienda non esistano persone indispensabili e in fondo probabilmente è vero: l’azienda è un organismo complesso e non si può attribuire una funzione vitale solo ad un singolo elemento. Se hai letto il mio libro “Gli Stadi del Successo” conoscerai già la metafora che utilizzo per descrivere le fasi di nascita, crescita e – non sempre – declino. Te la ricordo brevemente.

Una azienda è come un bambino. Nasce in seguito all’intento di unione (di idee, interessi, obiettivi) di uno o più fondatori, cresce partendo da uno stadio embrionale e man mano si sviluppa affrontando via via problemi sempre più grandi e differenti. Se tutto va bene – se si mantiene in forma e attiva – al contrario di un essere umano, l’azienda può prolungare per molti anni la propria maturità e uno stadio di produttività, efficienza e successo ottimale noto come “Prime”.

Ecco, in questo contesto di complessità come si diventa indispensabili? Per mantenere l’azienda in forma non serve un cuore qualunque, serve un cuore allenato e capace di sostenere il ritmo di allenamento e di performance necessaria al “Prime”. Ci può essere un amministratore delegato o un quadro dirigente che hanno sostenuto l’attività dell’azienda e l’hanno portata al “Prime”. Si sentono indispensabili e molto probabilmente è così: almeno fin quando la loro performance è in linea con il “Prime” dell’azienda.

Se uno dei due dovesse cambiare, cioè se l’azienda si trovasse improvvisamente in difficoltà dovute al cambiamento delle condizioni di mercato o se venisse sostituito quell’Amministratore Delegato o quel gruppo Dirigente l’azienda sopravviverebbe ugualmente? Molto probabilmente sì. Manterrebbe certamente la stessa performance? Non è detto, bisogna valutare bene chi andrà a sostituirlo. 

Gli organismi complessi tendono spesso a compensare – anche inconsciamente – le mancanze con ciò che hanno a disposizione. Questo significa che a parità di prestazione, l’azienda potrebbe fare molta più fatica o non raggiungere più determinati obiettivi.

Per questa ragione rendersi indispensabili è possibile, a patto che si contribuisca alla performance straordinaria dell’azienda. Le persone possono fare letteralmente la differenza. Tu puoi fare la differenza nel tuo lavoro: l’importante è che sia ciò che vuoi e ciò di cui ha bisogno la tua azienda. Alcune aziende si avviano stancamente a lasciare il “Prime” e ad invecchiare anche solo dopo pochi anni dalla fondazione e in quel caso bisogna fare i conti con la realtà: un cuore atletico è indispensabile per un corpo che sceglie di trascorrere il suo tempo sul divano?

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