Chi è il mentore?
Come ci ricorda Wikipedia “l'etimologia della parola mentore nasce dall'Odissea: Mentore era l'amico fidato e consigliere di Ulisse, il quale, prima di partire per Troia, chiese a Mentore di prendersi cura di suo figlio Telemaco e di prepararlo a succedergli al trono. […] In questo ruolo, Mentore ha la funzione di insegnante, di guardiano e di protettore, infondendo saggezza e fornendo consigli.” Nel corso della storia poi questo nome è stato dato a molte figure di guida fino a diventare un termine di uso comune nella crescita personale e nella formazione.
Perché il mentore?
Come recita una famosa citazione attribuita a Confucio “Dimmi e dimenticherò. Mostrami e ricorderò. Coinvolgimi e capirò”. Ecco, il mentore è innanzitutto una persona che fa quello che fa perché lo ama, è una persona che ci è passata, che ha già vissuto e sperimentato quello che sta vivendo lo studente, la persona che sta crescendo e si sta formando. Per questa ragione un mentore può offrire a chi lo desidera un punto di vista sull’apprendimento completamente diverso, coinvolgendola, emozionandola.
Come si diventa un mentore?
Un esempio pratico lo possiamo trovare proprio qui vicino nella nostra Extraordinary Coaching School. Nella nostra scuola per Coach, infatti, si sono formati studenti che sono diventati Coach certificati. Alcuni di loro hanno scelto di mettere a disposizione dei nuovi studenti le loro esperienze e aiutarli nel percorso di crescita per diventare Coach a loro volta. Si diventa mentore quindi nel momento in cui si sceglie di condividere la propria esperienza.
Quali sono le caratteristiche per svolgere al meglio il ruolo di mentore?
Per svolgere l’attività di mentore è necessario sviluppare 3 caratteristiche:
Competenze: un mentore è competente nella materia per la quale si offre come mentore. Questa caratteristica è basilare. Le capacità richieste passano molto spesso da una esperienza diretta, da insegnamenti appresi attraverso errori e fallimenti. Un buon mentore ha fatto molti sbagli e ne parla apertamente.
Ascolto: un buon mentore sa parlare e ascoltare. L’ascolto infatti permette al mentore di comprendere il bisogno specifico della persona. L’ascolto crea legame e fiducia. Quando una persona si sente vista e ascoltata sviluppa in modo più rapido autostima e consolida le competenze.
Passione: per essere un mentore serve passione per ciò che si fa. La passione è il mezzo più efficace di trasmissione delle competenze. Lavorare fianco a fianco con una persona che ama ciò che fa e lo spiega con trasporto, con quella luce negli occhi di chi ha una passione autentica.
Chi è un mentore per te? Come lo hai scelto?