Il famoso effetto Dunning-Kruger ci dice sostanzialmente che le conoscenze necessarie per fare bene una cosa sono le stesse imprescindibili per rendersi conto di non saperla fare. Un bel paradosso! L’effetto scoperto da David Dunning e Justin Kruger infatti affronta la tendenza che hanno le persone a sovrastimare la propria competenza in una materia. Questo vale in ogni ambito della conoscenza, dalla storia alla Programmazione Neuro-Linguistica, dalla politica alla medicina: chi non conosce una disciplina infatti tenderà a ritenersi competente proprio perché gli manca la capacità di zoomare sulla situazione. Questo può accadere tanto quindi sia a chi conosce solo i contorni della materia tanto a chi ne conosce in dettaglio solo una piccola parte. L’esperto di una materia è chi riesce ad andare dal generale al particolare e dal particolare al generale senza perdere di vista né l’uno né l’altro. Chi ha questo tipo di visione di una disciplina quindi non solo ne ha padronanza ma è anche consapevole: ha la consapevolezza di quanto l’argomento sia complesso. Chi invece ne ignora l’estensione e la profondità la affronta in maniera superficiale e al punto da divenire anche incapace di riconoscere i propri limiti e gli errori di valutazione. Proprio per questo per molti di noi lo studio e la conoscenza diventano una linfa vitale, più sappiamo e meno crediamo di sapere, perché più ci si addentra nello studio, più ci si rende conto delle infinite diramazioni del sapere. La conoscenza è un processo in divenire e mai del tutto esaurito, come diceva Clare Graves la vita è una neverending quest, una ricerca senza fine e per chi è un cercatore, che si pone l’ambizioso di migliorare in maniera continua, questo è doppiamente vero.