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La memoria del campione

Andrea Giani è stato uno dei più grandi giocatori di pallavolo di sempre della Nazionale Italiana e attualmente, dopo essersi ritirato, svolge il ruolo di allenatore. Nella propria carriera ha vinto praticamente tutto e la sua presenza nella nazionale maggiore ha coinciso con uno dei periodi storicamente più vittoriosi per questo sport in Italia. Andrea è stato un grande esempio di giocatore universale, avendo iniziato la propria carriera di giocatore come centrale, mentre nella seconda parte della carriera giocò spesso sia nel ruolo di opposto sia in quello di schiacciatore-laterale con eccellenti risultati; della sua esperienza di giocatore racconta: “Io ho una grande memoria fotografica. Riesco a visualizzare il momento, cioè il gesto che sto facendo e poi mi rimane tutta la vita. Ho dentro le cose che ho visto a 12 anni e le ripesco quando voglio, vivendo anche le stesse emozioni.” Un iniziale stimolo visivo presente o ricordato, attiva per Andrea quello che ha memorizzato “dentro”: “Ho il controllo del mio corpo, posso toccare 10.000 palloni, e diventa un automatismo. Sai che cosa è che mi fa migliorare? La percezione che io ho di quello che in quel momento sto facendo. Mi rivedo nel movimento che ho fatto e mi rivedo nella percezione del movimento. Mi guardo da fuori, diciamo che ho la sensazione di quello che sto facendo e la sensibilità del movimento che parte dai piedi, e mi rivedo il gesto che ho fatto e dove ho sbagliato.” Prosegue poi nel suo racconto: “Apprendo molto velocemente in questo modo, tanto che nell’azione successiva riesco a correggere l’errore che ho commesso poco prima. Certo in allenamento è più semplice perché hai più tempo, in partita è più difficile avere questo tipo di sensibilità.” È molto interessante notare che Andrea non gioca più da diverso tempo, ed è ormai un allenatore di alto livello, eppure mentre racconta, usa sempre il verbo presente come se si stesse allenando ancora ogni giorno. La nostra percezione in un determinato momento è sempre collegata a come un evento attiva i nostri sensi. I modi che abbiamo di attivare i sensi sono il frutto di abitudini radicate negli anni e queste abitudini sono in alcuni casi funzionali in altri disfunzionali. Ad esempio: prima di colpire in battuta il pallone, lo guardo e automaticamente percepisco che lo sto tenendo nella giusta posizione nello spazio, e questo funziona. Questo meccanismo mentale è chiave sia per rinforzare ciò che funziona, sia per correggere rapidamente ciò che non funziona. Essere consapevoli di come facciamo a pensare mentre ci alleniamo è il modo più efficiente per progredire più rapidamente. E tu a cosa presti attenzione quando ti alleni? Qual è il modo più funzionale che hai trovato per percepire, ascoltare e vedere ciò che fai e apprendere come cambiare? Se ancora non ho lo hai fatto, potresti farti aiutare da un amico con cui ti alleni, oppure da un Coach, a comprendere come migliorare la tua performance sviluppando l’allenamento mentale. Se ti interessa approfondire l’argomento puoi anche scaricare l’audiolibro che ho realizzato con Claudio Belotti sull’allenamento, “Sport e Performance atletica”: è sicuramente un ottimo punto di partenza.   

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