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Lezioni dalla ciclovia della Valle Seriana

Per tenermi un po’ in forma, quando posso, vado a fare un giro in bici. Mi piace la ciclovia della valle Seriana, una strada bianca che affianca il fiume. Non è difficile ed è vicina.

Ogni volta che vado, cerco di andare un po’ di più verso monte, prima di girare per tornare perché voglio aver fatto anche solo qualche centinaia di metro in più. Chiariamoci, faccio pochi chilometri, ma per me va bene. Così ho fatto anche oggi. Ad un certo punto, sono arrivato a un’interruzione perché stanno facendo sei lavori. Per continuare ho dovuto fare un pezzo sul provinciale, con auto e camion, cosa che mi piace davvero poco. La ciclovia spesso si separa, puoi decidere di fare il lato destro o sinistro del fiume e spesso puoi cambiare sponda grazie ai ponti, ma senza andare mai sulla strada normale. Così nel ritorno, per evitare di dover rifare il provinciale, sono stato sull’altra sponda. Purtroppo fino a un’altra chiusura. Cioè anche in quella sponda c’era un’interruzione che mi ha obbligato a tornare sulla strada che volevo evitare. Per tornare indietro ho persino dovuto rifare un pezzo con una bella salita, un po’ troppo impegnativa per le mie gambe. Poi un altro tratto di strada normale, con i relativi camion e auto, la cosa non mi piaceva. 

Inoltre, in tutto il percorso altri ciclisti, spesso più vecchi di me ma più in forma, mi superavano, ero frustrato.

Sulla strada cercavo un modo per rientrare sulla ciclovia. Ogni viuzza che prendevo era a fondo chiuso e mi obbligava a tornare indietro. Certo, se fossi rimasto sulla strada, sarei arrivato prima, respirando un po’ di smog e non potendo sentire la mia musica (per strada spegno l’iPod). Alla fine, dopo diversi tentativi falliti, sono riuscito a tornare sulla bella ciclovia e ho rimesso la mia musica. In realtà non l’ho mai tolta, ha sempre suonato nella mia testa. 

Mentre pedalavo, pensavo alla metafora di questa esperienza, che come quella sul ghiacciaio o quella del surf di cui ho scritto, mi ha insegnato qualcosa (c'è n'è una anche sulle Dolomiti).

Come nella vita, le ciclovie, cioè le strade che prendi, hanno interruzioni. Certo puoi tornare indietro, oppure devi prendere una strada diversa, magari che non vuoi prendere perché piena di camion, auto, smog e altro. Durante tutto il tragitto, verrai superato. A volte da persone più vecchie o apparentemente meno in forma. Chissà perché, forse sei stanco, hai la bici pesante e vecchia… non importa. Tu continua a pedalare, ascolta la tua musica e vai al tuo ritmo. Non sai perché loro vanno più veloce e non dovrebbe interessarti troppo. Focalizzati su di te. Quando perdi la strada, forse perché era interrotta, farai fatica a ritrovarla. Certo, se rimani su quella conosciuta, ma meno bella e troppo scontata, sei sicuro. Se prendi stradine nuove, spesso troverai fondi chiusi e dovrai tornare, facendo fatica e gestendo la delusione. Però, come per me oggi, forse troverai una spiaggetta che non conoscevi. Fare cose nuove è difficile, faticoso e spaventoso, ma l’alternativa è stare sulla strada dove ci sono tutti e respirare lo smog del loro tubo di scappamento. Alla fine, io oggi grazie a questa deviazione, ho fatto più chilometri, che era il mio obiettivo. Succede spesso nella vita. Tu parti con un piano che dovrebbe portarti a raggiungere il tuo obiettivo, poi qualcuno o qualcosa ti cambia il piano. Ci rimani male, fai un po’ di casino, lavori un po’ di più e alla fine raggiungi il tuo risultato in modo migliore, rispetto al tuo piano originale. 

Solo che te ne accorgi dopo.

Ascolta la tua musica, vai alla tua velocità, continua a pedalare, e tieni a mente la direzione dove stai andando. Arriverai, probabilmente anche in un posto migliore. Nel frattempo, tra un fondo chiuso e l’altro, scoprirai qualche spiaggetta per la prossima gita. Buona pedalata. Claudio     PS Se ti è piaciuto questo post ti piaceranno anche quello sulle Dolomiti, sul Ghiacciaio e sul Pacifico

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