We can be Heroes

Arrabbiature e frustrazioni

Mi capita spesso di arrabbiarmi. Più spesso di quanto ti aspetteresti da un Coach. Lo so, dovrei usare il “vocabolario trasformazionale” e dire che mi capita di “essere seccato”, ma sarebbe una bugia. Molto spesso è frustrazione, tante volte è proprio rabbia. Nasce dal mio desiderio di voler che le cose vadano come vorrei. Dalla volontà di avere tutto adesso, senza aspettare. Dall’utopia di poter interagire sempre con persone che, come me, cercano di impegnarsi a fare del loro meglio. 

È uno dei tanti miei difetti, a volte mi stacco dalla realtà e vivo nella mia testa.

E allora per non scoppiare devo fermarmi. A volte medito, altre faccio un po’ di attività fisica, o altre cose per rilassarmi e spegnere il mulinello cerebrale. È normale, lo so. La quasi totalità dei miei clienti di Coaching hanno la stessa “sindrome”. È tipica di chi vuole crescere, migliorare e vivere bene. È quel bellissimo vizio di vedere le cose come potrebbero essere, e non come sono. È la voglia di godere della vita e non avere rimpianti sul letto di morte, almeno non quelli che ho riportato  nell'articolo di settimana scorsa. 

Però la frustrazione arriva e mandarla via non è sempre facile, nemmeno con tutte le tecniche di PNL o Coaching che conosco.

Mi capita (lo so che non capita e che lo faccio io ma lasciamelo dire), mi viene, dicevo, questa impazienza, questa bassa tolleranza a sopportare certe situazioni e certe persone, che faccio fatica a gestire. Ieri sono stato per qualche minuto in piedi al bancone di un bar, volevo bere un caffè. Il titolare alla cassa si faceva i fatti suoi e i due baristi hanno gettato lo sguardo veloce su di me. Nessun saluto, nessun cenno, nulla. Ho pensato fossero presi e ho aspettato. Poi l’attesa è diventata lunga e il mio caffè l’ho preso altrove. 

Sono troppo impaziente?

Forse sì e allora ho studiato chi è più bravo di me. Ecco cosa fa, se come me a volte entri in questi stati di frustrazione, fai le stesse cose. 

1.   Ricordati che, grazie a Dio, non sono tutti come te. Fai un bel respiro e, se è il caso, vai altrove cambia aria. Se devi calmarti trova il modo di farlo e basta. Voler migliorare le cose è bello, ci vuole tempo e non sempre calcoli quanto ci vuole correttamente, valuta la possibilità che forse hai troppa fretta.

  1. Ricordati il tuo scopo. Come sai, per me, è alla base di tutto. Cosa stai facendo? E soprattutto, perché lo stai facendo? Se hai uno scopo davvero importante sai che ci vuole anche un po’ di pazienza. Lo dice anche Yoda.

3.   Usa la frustrazione come benzina per motivarti, non come veleno per inacidirti. Essere insoddisfatti può portarti alla rabbia o alla voglia di fare (essere, avere, cercare, costruire, diventare e così via) meglio. Esci dal bar, dove non meritano il tuo euro, e vai altrove ma senza arrabbiarti come ho fatto io, non ne vale la pena.

Le emozioni negative sono utili, oltre che umane, quindi impossibili da evitare sempre. Utilizzale per crescere e imparare. Subirle è dannoso, reprimerle impossibile e stupido. Ascolta il loro messaggio. A volte è un messaggio importante. Nel mio caso, per esempio, mi dicono che non ho calcolato bene i tempi, o le possibilità. Mi aspetto qualcosa di troppo e subito. Lo stesso Richard Bandler dice spesso che: “la delusione richiede una buona pianificazione”. L’Universo ha bisogno di tempo per realizzare i tuoi piani. A volte non è pronto Lui e ti fa aspettare, altre sa che non sei pronto tu e allora ritarda tutto per il tuo bene. 

Noi non sappiamo perché lo fa, ecco perché ti arrabbi, ecco perché mi arrabbio.

Buona settimana. Claudio 

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