Il mio lavoro di Business Coach mi porta spesso in realtà aziendali super performanti. Per quale ragione? Questo accade perché le aziende che sono in crisi e in difficoltà spesso sono sopraffatte non tanto dal mercato quanto dalle proprie convinzioni limitanti. Convinzioni limitanti quali “è colpa del mercato se fatturiamo meno” o “è colpa delle pretese dei clienti” o ancora “non abbiamo bisogno di aiuto perché il Coaching o la consulenza è solo fuffa”. Le aziende che performano, invece, vogliono rimanere tali e investono per farlo.
Nel mio libro “Gli Stadi del Successo” Roi Edizioni ti offro una analisi molto dettagliata dei principali indicatori che consentono di stabilire in quale stadio evolutivo si trova un’azienda o, nel caso di aziende molto grandi, in quale stadio evolutivo si trovano i diversi rami d’azienda. Questa informazione è fondamentale per comprendere come agire sui singoli collaboratori e sull’intera organizzazione per consentirle di tornare o arrivare rapidamente allo stadio di eccellenza denominato Prime.
Quando entro in contatto con queste aziende super performanti noto spesso che ci sono alcune tipologie di collaboratori e di manager che contribuiscono a renderle così speciali. Sono quelle persone che amano il proprio lavoro e la propria azienda e ci mettono passione. Di solito queste persone hanno almeno una di queste caratteristiche:
Leadership naturale: ci sono i leader scelti dalle aziende. E poi ci sono i leader naturali. Di solito sono le persone che lanciano il cuore oltre l’ostacolo che non temono di sbagliare quando agiscono perché sono consapevoli di agire per il bene dell’azienda e lo mettono al primo posto: preferiscono chiedere scusa che chiedere il permesso e attraggono le altre persone che si sentono incoraggiate a lavorare meglio perché sanno di essere sempre protette e guidate. Queste persone vanno tutelate e formate. Più strumenti hanno per prendere decisioni migliori, maggiore sarà il numero di decisioni ottime che prenderanno.
Pensiero fuori dagli schemi: sono quelli che non fanno mai (o quasi mai) quello che gli si dice. Ma non lo fanno per partito preso, lo fanno perché spesso hanno la capacità di apportare migliorie. Le regole gli stanno strette e fanno di tutto per allargare costantemente le maglie del controllo di gestione per non rimanere ingessati in regole e protocolli. Per i manager sono un vero incubo. Si può scegliere di punirli. Oppure si può decide che il loro pensiero laterale può essere messo a frutto per testare la propria gestione. Con loro l’innovazione è garantita e una volta inquadrati possono essere risorse preziosissime.
Conoscenza del mercato: i propri collaboratori, quelli che hanno una passione enorme per il lavoro che svolgono sono anche quelli più attenti alle evoluzioni del mercato. Guardano i prodotti dei concorrenti e vogliono fare meglio. Spesso sono gli stessi che sono a contatto con clienti e fornitori e riescono a percepire prima di qualsiasi indagine di mercato quale è l’aria che tira e in quale direzione. A volte non hanno la visione d’insieme che può avere un manager ma possono offrire allo stesso un punto di vista interessante, capace di cambiare davvero le cose.