We can be Heroes

l’Italia nazionale di calcio…

Quest’anno sto seguendo poco gli Europei di calcio. Un po’ perché sono iniziati nel pieno della finale di Basket un po’ per altre ragioni. Ho visto però alcune partite dell’Italia, la nazionale è sempre la nazionale.

Riflettevo sul passaggio del turno e sulla metafora che rappresenta, almeno per me.

Dopo la prima partita con la Spagna, grazie alla prestazione convincente (ance se non abbiamo vinto), ci siamo tutti convinti di essere uno squadrone. Un po’ come nella vita, dove noi italiani ci convinciamo di essere una grande nazione indipendentemente dai risultati.

La seconda partita è stata rivelatrice. Dovevamo vincere e non lo abbiamo fatto. Un altro pareggio. A causa di questo era necessario vincere la terza con l’Irlanda sperando che gli altri non facessero “il biscotto”.

Che buffo, nel mezzo dell’ennesimo calcio scommesse, dove non si sa chi è coinvolto o no, dove il capitano della nazionale rilascia dichiarazioni che fanno discutere, “ci auguriamo” che gli altri siano onesti.

Come nella realtà, non bastava un nostro risultato. Il nostro futuro dipendeva anche da quello che facevano gli altri e non era colpa loro, ci siamo messi noi in questa situazione…

La partita con l’Irlanda era da vincere. La nostra grande nazionale, squadrone di campioni, soffre. Perché fare le cose facili quando da buoni Italiani possiamo fare extra fatica?

La cosa buffa è che il nostro avversario è allenato da due connazionali che sono immigrati all’estero per lavorare ed esprimere la loro professionalità… Mmmmmm, queste menti che vanno all’estero…

La partita è nervosa, ma vinciamo. Il primo goal è di un “ragazzaccio” pugliese, salvato dallo sport, che ha fatto discutere ovunque sia andato. All’ultima conferenza stampa ha detto cose improprie sui gay (ma non è mica lì a giocare a calcio?).

Il secondo goal è di un ragazzo di colore, bresciano doc che ridà serenità a tutti mettendo al sicuro il risultato. Che succede, dobbiamo sperare in “stranieri” nati in Italia per risolvere la situazione?

Oltre al bel goal, Balotelli (il nostro bel CP/Rosso) inveisce, poi cerca anche di dare una bella gomitata a un giocatore avversario. Lo perdoniamo, si sa che è un po’ così, ha fatto un gran goal e poi (parole del telecronista della TV nazionale statale) “gli irlandesi sono abituati, giocano a rugby”. Mi chiedo se fosse stato un irlandese a fare quel gesto cosa avremmo detto.

Nel frattempo la novella del passaggio di turno era in tutti i siti dei maggiori quotidiani come prima notizia mentre quella della morte di un soldato italiano in Kosovo era terza o quarta.

Mi sembra buffo rivedere nello sport nazionale gli stessi vizi e le stesse virtù del nostro popolo che dovrebbe essere di esempio e che purtroppo delude. Almeno me.

Aspettiamo di essere nei guai per darci una mossa perché prima facciamo il minimo e ci montiamo la testa troppo presto. Diamo parola e ascoltiamo persone che non sono esperte dell’argomento o addirittura non dovrebbero nemmeno parlare di quello di cui stanno parlando. Sospettiamo degli altri di cose per cui noi stessi siamo colpevoli. Siamo razzisti (neri, extracomunitari, nord/sud, uomini/donne e così via), ma perdoniamo tutto a chi ci toglie dai guai.

Nel frattempo Spagna e Croazia ci danno una bella lezione di sportività.

Ora c’è l’Inghilterra. Chissà se perderemo per colpa degli arbitri, o vinceremo per il gran cuore italiano, che ci porterà a vincere il campionato, perché si sa, "noi siamo un popolo che da’ il meglio quando è in difficoltà" e solo Dio sa quanto siamo in difficoltà…

Non ho mai fatto tanti ragionamenti sul calcio. Non ho le competenze tecniche per farlo e non avevo mai notato similitudini con la nostra vita. L’altro giorno mi è venuta questa. Spero che la mia condivisione possa essere interessante.

Speriamo di imparare tutti qualcosa da queste crisi: calcistiche, economiche, finanziarie, di valori… Tra poco l’Europeo finirà e dovremo tornare a prestare attenzione alle notizie e ai problemi più importanti.

Forza Italia! (Inteso come Nazionale di calcio ovviamente).

Claudio

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