We can be Heroes

Una bella serata tra amici

Ieri sera siamo andati a vedere i Simple Minds. Che siano passati tanti anni dal famoso concerto dell’84 è evidente. Allora era allo stadio di San Siro che per l’evento si era riempito. Due gruppi spalla, o meglio due supporters, i bravissimi Waterboys e niente di meno che i Simply Red! Tre concerti nello stesso giorno. Allora eravamo andati ben 4 ore prima dell’apertura dei cancelli per assicurarci un posto prato vicino al palco. Eravamo giovani, avevamo voglia, tempo e passione…

Invece delle birre nello zainetto questa volta iniziamo con un ottimo prosecco a casa di uno di noi che fortunatamente abita vicinissimo all’Alcatraz, altro che San Siro. Manca un’ora all’inizio meglio andare. Con calma, ormai siamo diventati i quarantenni che arrivano all’ultimo momento, possiamo stare anche dietro, questa volta non ci interessa essere sotto il palco. Tanto non si poga, non lo farà nessuno visto la media di età dei presenti.

Mentre aspettiamo la musica è bellissima. Kraftwerk, Joy Division, Japan … conosco tutti i gruppi e tutte le canzoni e sono tutte band che non esistono più. Sono vecchio!

Iniziano i giri di birra. È la bevanda ufficiale dei concerti, un classico. Notiamo nel frattempo due cose, anzi tre. C’è solo un ragazzo sotto i 30 anni, è il figlio di uno che è qui a vedere il concerto, nessuno fuma (è vietato nei locali chiusi), e non ci sono belle ragazze (o forse non le vediamo). L’atmosfera però è perfetta siamo tutti e 4 di ottimo umore, le nostre vite si sono evolute con successo e stasera abbiamo voglia di tornare indietro. Faremo i nostalgici ma lo faremo bene, divertendoci.

Le luci si spengono, inizia. Qualcuno dice “giù quei telefonini cazzo!”. Eh sì tutti a riprendere e la quantità di smatphone toglie la vista di quello che succede. Vicino a me qualcuno dice “tirate fuori gli accendini piuttosto”. Al mio fianco qualcuno posta su Facebook che è al concerto, io l’ho fatto prima di entrare, dopotutto se non è su Facebook non è successo. Mi chiedo se invece di preoccuparci di dirlo sul social network o di registrare sul telefonino ci godessimo il momento, come sarebbe diverso.

Il concerto va bene. Loro hanno mestiere. Suonano poche canzoni storiche o famose. Hanno deciso una scaletta diversa. Io li conosco quindi sono avvantaggiato, altri aspettano ma saranno delusi. Gli hits che tutti conoscono non sono previsti.

“Thank you good night” dice Jim Kerr ma sappiamo tutti che torneranno fuori. Siamo veterani di concerti fino a quando le luci non si accendono il concerto continua. E infatti… continua.

Un paio d’ore e tante birre dopo si esce, ora è il momento di una pizza. È tardi e domani sarà dura ma questo è un momento magico, da vivere fino alla fine. Domani ci berremo un caffè in più. Nell’83 siamo rimasti a letto la mattina dopo, ora non possiamo più.

Poi la serata finisce. Come tutte le cose anche questa ha una fine. Tornando a casa rifletto su alcune cose.

  • Sono fortunato ad avere i miei amici di sempre. Possiamo fare e rifare le stesse cose anche dopo più di vent’anni.
  • Sono fortunato ad avere dei bellissimi ricordi associati a bellissime canzoni.
  • Sono fortunato ad avere una passione, qualcosa per cui è sempre valsa la pena di far tardi, risparmiare, gioire…
  • Sono fortunato ad aver vissuto una vita intensa, piena di bellissimi ricordi e di aggiungerne altri ancora.
  • Sono fortunato ad avere una moglie che mi scrive “ora basta messaggi goditi il concerto”, mi lascia un biglietto sul cuscino con scritto “you rock!”, e mi dice che dovremmo farne altre di serate senza donne, così tra di voi…

Spero solo di saper insegnare alle mie figlie che queste sono cose importanti. Sono felice. Conosco pochissimi gruppi moderni, ho nell’iPod musica di gente che non suona più e mi ricordo il primo walkman. Però me la sono goduta. Come ieri sera, me la sono sempre goduta.

La bella cosa è che i caffè extra non servono, siamo maturi ma abbiamo ancora tanto davanti a noi, quello dietro è bellissimo e quello a fianco stupendo.

A te faccio l’augurio che faccio alle mie figlie. Di poter dire un giorno. Magari già oggi “sono fortunato” così tante volte.

Chiudo con una parte di uno degli hits che conoscerai e che non hanno suonato:

“What you gonna do

When it all cracks up?

What you gonna do

When the Love burns down?

What you gonna do

When the flames go up?

Who is gonna come

And turn the tide?

What's it gonna take

To make a dream survive?

Who's got the touch

To calm the storm inside?

Who's gonna save you?

Alive and kicking

Stay until your love is

Alive and kicking

Stay until your love is

Until your love is

Alive”

Buona serata.

Claudio

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