Oggi leggevo un articolo sul Blog di una giornalista dell’Scientific American Mind dove riportava i risultati di una ricerca. Secondo questo studio la tua capacità di avere successo dipende da molti fattori tra cui: l'intelligenza, l'empatia, l'autocontrollo, il talento e la persistenza. Ma un fattore determinante forse il più importante è come percepisci le persone attorno a te, quella che in PNL chiameremmo la tua percezione di loro.
Questa nuova ricerca suggerisce che la tua capacità di fare, e la tua capacità di creare “rapport” è altamente correlato all’idea che hai di loro. Con che occhiali li vedi. Per esempio credi che i tuoi colleghi sono bravi o degli stupidi?
Forse non ci voleva una nuova ricerca, sono cose che sappiamo ma vale sempre la pena ricordarcele.
Le opinioni sugli altri (e quelle che hai su te stesso) influenzano molto il tuo modo di pensare e la tua capacità di fare.
Questa componente viene chiamata “capitale psicologico” ed è una mescolanza di: convinzioni di auto-efficacia, resilienza, ottimismo/speranza verso il futuro. In poche parole la capacità (che deriva dai livelli logici di convinzioni/valori/identità) di superare le difficoltà e andare oltre.
Non a caso chi ha successo ne ha sempre più mentre chi ha difficoltà tende a riuscire sempre meno, creando così un circolo virtuoso o vizioso. Penso che nel mondo dello sport abbiamo un paio di esempi a riguardo.
Purtroppo queste caratteristiche interne alla persona sono difficili da misurare e da intuire. Spesso si è inconsapevoli o si nasconde questi aspetti.
Peter Harms, uno psicologo e studioso di gestione alla University of Nebraska-Lincoln dice che "Le persone sono spesso inconsapevoli di ciò che è normale per loro." Harms dice che il modo migliore per sapere le opinioni che una persona ha di sé è chiedere cosa pensa degli altri. Spesso le persone non ti dicono la verità su se stessi ma sono più “generose” nel parlare degli altri.
Nel suo test chiede di parlare di altri ma non di qualcuno reale ma di alcune persone immaginarie presentate attraverso un disegno. In questo modo sei più libero di esprimerti. È un po’ come il test di Rorschach ma allargato a un’immagine definita invece che a una macchia.
Quello che accade è che le persone vedendo dei disegni tendono a proiettare caratteristiche della personalità e abilità che potrebbero avere o non avere ma desiderare. Tra le tante domande ce ne sono alcune come:
- Ti sembra sicuro di sé e delle sue abilità?
- Pensi che possa riprendersi da una battuta d'arresto?
- Pensi sia convinto di poter raggiungere il suo obiettivo?
- Si aspetta buone cose dal futuro?
A ogni risposta viene dato un punteggio. Più la persona crede che l’ipotetico personaggio sarebbe in grado di fare queste cose più il punteggio è alto.
Ovviamente nel caso di managers si è scoperto che chi tende ad avere punteggi più alti motiva meglio, crede di più nei collaboratori creando un vero e proprio effetto pigmaglione (chiamato anche effetto Rosenthal).
Lo stesso vale in qualsiasi altra situazione: amicizia, matrimonio, con i figli e così via.
Chi conosce l’effetto Rosenthal sa che grazie alle nostre convinzioni e aspettative noi influenziamo i comportamenti degli altri fino a farli diventare (nel bene e nel male) chi crediamo che siano.
Questo lo sapevamo. Un altro concetto che sapevamo ma che qui ci viene ricordato è che spesso noi proiettiamo le convinzioni che abbiamo su di noi sugli altri. In un esercizio che facciamo al corso Practitioner questa esperienza è chiarissima ad ogni partecipante.
È possibile che non siano tutti degli stupidi ma che lo stupido sei tu?
Nel mio caso è garantito. Tutte le volte (come in questi giorni) che proietto sul qualcun altro i miei giudizi mi accorgo che la persona è uno specchio nel quale vedo i miei limiti credendo siano i suoi.
La bella coincidenza è che sono arrivato a questo articolo per caso proprio oggi quando mi serviva leggerlo. Che “coincidenza”!
Buona settimana, spero sia ricca di coincidenze.
Claudio