Ricordo una volta, in una azienda della Brianza, ebbi un confronto molto serrato con il Direttore Generale. Questa piccola multinazionale leader in un settore per il quale l’Italia è una eccellenza mi aveva chiamato per aiutare i vertici a gestire il passaggio generazionale.
In quel contesto, conoscendo già un po’ la storia della famiglia e del fondatore, sapevo che avrei incontrato molte resistenze. Proprio per questa ragione la sfida mi attirò subito. Non è un caso se nel mio background oltre alla PNL ci sono tanti altri strumenti utili, come ad esempio le Dinamiche a Spirale.
Il mio metodo One Hand Coaching nasce dall’unione di molte tecniche efficaci: te ne parlo in maniera approfondita nel libro “Prendi in mano la TUA felicità” e se vuoi saperne di più ti consiglio di leggerlo o ascoltarlo nella versione audiolibro. Adesso ti voglio parlare di una sfida – vinta – che mi ha portato (insieme a tante altre) a scrivere “Gli Stadi del Successo” per Roi Edizioni.
In questa azienda si stava affermando uno degli ultimi stadi – tipici del declino – quello dell’Aristocrazia: il management si focalizza su sé stesso, i senatori dello spogliatoio preferiscono i privilegi alle vittorie. Come nell’aristocrazia vera le posizioni sono cristallizzate, le idee provengono dal Re, che regna su tutto.
Non c’è nemmeno più una gestione del dissenso: il dissenso in pratica non esiste. L’azienda tramanda sé stessa ripetendo stancamente giorno dopo giorno i riti. Per tutti è difficile portare qualche cambiamento: persino per il fondatore, che comunque non ne vede neanche la necessità. Figurarsi un miglioramento.
In questo ambiente è molto difficile stigmatizzare comportamenti inadeguati perché il cattivo esempio discende direttamente dal vertice. Allo stesso tempo per un Coach è più facile individuare ciò che non va perché è espresso in modo plateale.
Quali sono dunque i comportamenti da cambiare per iniziare a cambiare lo stadio dell’azienda? Ne ho individuati 3 che hanno un impatto notevole sulla situazione dell’azienda. Vediamoli insieme:
- Assunzione di familiari, parenti, amici: dinamiche disfunzionali familiari si trasformano in dinamiche disfunzionali lavorative. Più l’azienda cresce e più spesso il fondatore sente che le cose gli stanno sfuggendo di mano e si circonda di persone che conosce. Questo rende la vita difficile per i talenti che tendono a sentirsi emarginati. Bisogna aiutare l’azienda e il suo fondatore a ritrovare lo stimolo ad aprirsi, a far entrare aria nuova, nuove energie.
- Riunioni regolari: non parlo delle riunioni del team, dei briefing quotidiani, degli aggiornamenti sullo stato dell’arte. Parlo delle riunioni in cui ci si ritrova tutti al cospetto del fondatore – o di un suo parente stretto – per parlare sempre degli stessi problemi che di riunione in riunione non vengono affrontati fino in fondo o risolti. Bisogna aiutare l’azienda a comprendere una regola chiave: le riunioni servono quando servono le riunioni.
- Sfogarsi sui collaboratori: il motivo di scontro con il Direttore Generale del quale ti ho parlato prima nasce proprio da questo comportamento. Le sue esplosioni di rabbia verso i collaboratori avevano ormai superato il limite dell’accettabile e questo comportamento disfunzionale stava creando danni importanti in molte persone. Il giorno dopo il nostro scontro il DG è tornato con due vassoi di brioches e che ha offerto ai suoi collaboratori con i quali si è scusato per i suoi accessi d’ira e per non aver compreso i problemi che stava creando.
E della tua azienda cosa conosci? Qual è la situazione? In che modo puoi migliorare la situazione?