We can be Heroes

“Whaterver language you speak live italian”

Questo era lo slogan di una pubblicità dell’acqua S. Pellegrino. In tutte le foto della campagna pubblicitaria un gruppo di amici, tutti sorridenti, tutti molto italiani nel look seduti sui tavoli all’aperto di un tipico bar italiano.

Stamattina mentre sorseggiavo il mio cappuccino accompagnato dalla mia brioche, tipica colazione malsana italiana, pensavo a questa pubblicità.

Nel bar le persone andavano e venivano. Il tipico bar milanese. Qualcuno di fretta butta giù il caffè, qualche “esperto” parla di sport, il barista prepara velocemente le bevande salutando per nome gli abituè. Questa è l’atmosfera che ha affascinato il fondatore di Starbucks. Una cosa tutta italiana.

Pensavo alle tante differenze che ci accomunano. La brioche che diventa cornetto o pasta al cambiare della regione. Lo stile diverso dei baristi di rivolgersi ai clienti e dei clienti di vivere il bar …

Stamattina sono particolarmente di buon umore. Noto le cose che vanno, le cose belle. Sono ottimista. A vedere questo bar penso che questo paese ce la farà.

Sarà dura, dovremo fare tanti sacrifici. Forse è un bene. Quando eravamo più poveri ci godevamo più la vita. Passavamo più tempo con gli amici, al bar, in piazza in casa. E in quei momenti non controllavamo le mails sui nostri smartphone che ci rendono sempre più stupidi.

Magari quando si faceva il sugo lo si portava alla vicina che ci guardava i figli quando andavamo in posta … Si lavorava tanto, si mettevano via i soldi per comprare la macchina o per fare la vacanza (invece di prenderla prima con un prestito a interessi altissimi), la domenica si facevano le gite fuori porta per conoscere le nostre belle città.

Andavamo al cinema e magari parlavamo del film con i nostri amici e nei viaggi in treno invece ascoltare la musica nei nostri iPod parlavamo con gli altri passeggeri.

Tempo fa una persona straniera che era qui in Italia mi chiese: “ma che fine hanno fatto gli italiani? Quelli che avevo visto io dieci anni fa. Quelli che ridono, godono della vita e della compagnia e poi quando c’è da lavorare fanno sul serio”. “Non so” ho risposto.

Oggi in questo bar ne ho visti un paio. Speriamo che gli altri si stiano risvegliando. Il paese ha bisogno di loro, l’Europa ha bisogni di loro, il mondo ha bisogno di loro.

Quindi “qualsiasi lingua tu parli vivi in italiano!”

Buona settimana.

Claudio

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