A poco a poco stiamo tornando a vivere esperienze che pochi mesi fa sembrava impossibile che avremmo vissuto nuovamente. Questo la dice lunga sulla facilità con la quale riteniamo probabile o improbabile un evento, possibile o impossibile un risultato.
Ciò che ho in mente quando penso a questo nuovo modo di vivere la realtà è una sensazione particolare. Un misto di gioia e timore. Quanto mi era mancata l’esperienza dello stadio con le mie figlie? Moltissimo. E i corsi in aula in presenza? Il caffè al bar? La cena al ristorante… Sono piccole cose che rendono la vita meravigliosa.
Soprattutto da quando abbiamo capito – molti di noi lo hanno capito, altri non ancora – quanto sia fragile tutto questo, quanto sia importante lavorare ogni giorno per mantenerlo e quanto siamo fortunati a vivere in un paese, in un’epoca che nel giro di un anno riesce a realizzare un vaccino per affrontare in modo più sicuro una situazione drammatica.
Non tutti i paesi del mondo hanno la nostra stessa fortuna, il nostro stesso benessere, le nostre stesse possibilità. Anche di scelta. Provare gratitudine per questo, oggi, è la cosa migliore che si possa fare. E poi iniziare a pensare a come godere in sicurezza e con intelligenza degli spazi di libertà che stiamo riconquistando.
Dopo un anno e mezzo di vita in uno stato di isolamento e allerta, molte persone infatti sono nervose all’idea di cambiare nuovamente le proprie abitudini anche se questo significa ritrovare amici, vivere eventi, fare attività sociali. Come si può fare a vincere questa paura? Con piccoli passi che ci portano fuori casa, lontano da quella zona di comfort (e lavoro) che ci ha ospitato per lungo tempo.
Il primo passo è quello dell’attenzione. Per vincere la paura serve attenzione. Anche se vorresti abbracciare tutti, stringere mani, baciare amici che non frequenti da molto, non è ancora il momento. Se la pandemia ci ha insegnato qualcosa è che c’è sempre una alternativa, un modo differente (almeno uno) per fare qualcosa, per raggiungere il risultato che abbiamo in mente. Utilizzare le mascherine, tenersi a distanza, lavarsi le mani. Tutto questo continua a essere valido e può realmente proteggerci. Tutti.
Il secondo passo è quello verso un cambio di abitudini. Rinunciare a uscire, a vivere, non è sostenibile a lungo tempo. Imparare a modificare di nuovo le proprie abitudini significa riconoscere che le condizioni sono cambiate. Il rischio zero nella vita non esiste. L’unico modo per affrontare la paura è utilizzare il coraggio, andare oltre la paura, portarla con sé come una guida, un guardiano che ti aiuta a fare attenzione. A poco a poco riconoscerai cosa ti serve per vivere bene la nuova realtà.
Il terzo passo è quello di rispettare l’esperienza degli altri. C’è chi è scettico e c’è chi ha provato il dolore sulla sua pelle o ha visto da vicino qualcuno soffrire o non farcela a causa della malattia. Tutti hanno un’opinione su ciò che abbiamo vissuto, tutti hanno una storia, un racconto. Quando incontri qualcuno che non vedi da tanto non puoi sapere cosa pensa o cosa ha vissuto. La voglia di tornare a vivere esperienze sociali ci deve guidare nella crescita e nell’attenzione verso gli altri.