Una recente indagine del gruppo Gallup ha mostrato un aspetto molto interessante in quello che è il comportamento dei dipendenti statunitensi quando si tratta di prendere la decisione di cambiare lavoro e passare a un'altra azienda. Utilizzando i dati raccolti da più di 195.600 impiegati, Gallup ha chiesto ai dipendenti cosa cercassero principalmente a nel momento in cui si mettevano alla ricerca di un nuovo lavoro. La risposta più comune è stata molto interessante e allo stesso tempo una grande conferma di quanto, in una società avanzata, siano i bisogni "alti" – come direbbe Anthony Robbins – a determinare le scelte nei singoli e nelle organizzazioni. Al quinto posto infatti, tra gli elementi più importanti c'è l'opportunità di lavorare per un'azienda con un grande marchio o reputazione. Al quarto, l'aspetto economico: avere un aumento non arriva nemmeno sul podio delle cose più importanti per chi vuole cambiare lavoro. Al terzo posto una maggiore stabilità e sicurezza sul lavoro. Sappiamo bene, che la sicurezza è un elemento fondamentale ma per chiunque viva in un mondo che percepisce pieno di possibilità e opportunità, questo bisogno è soddisfatto in partenza. Al secondo posto, troviamo il bisogno di un maggiore equilibrio tra lavoro e vita privata e un migliore benessere personale: certo, chi non lo vorrebbe? Al primo posto troviamo tra gli aspetti più desiderabili per oltre il sessanta per cento degli intervistati un bisogno fondamentale: la possibilità di fare ciò che sanno fare meglio, che unisce perfettamente gli aspetti chiave del bisogno di crescita e contributo. Chi se ne va dall'azienda – anche dalla tua, quindi – potrebbe farlo quindi perché non si sente sufficientemente valorizzato e impiegato per ciò che ritiene di saper fare meglio. Paradossale, vero? Si tratta di potenziale inutilizzato, un potenziale che desidera lavorare di più venendo collocato meglio nell'organizzazione. Certamente è possibile fare qualcosa per cambiare questa situazione e auspicabilmente la prima azione è quella di iniziare ad ascoltare i propri dipendenti, magari anche con la guida di un Coach, per valorizzare quello che oggi più di ogni altra cosa – più del credito, più della ricerca, più dell'intelligenza artificiale – è il capitale più prezioso per una azienda: quello umano.