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3 suggerimenti per fidelizzare la forza lavoro

Molte statistiche e ricerche affermano che fin dal primo periodo post-pandemico c’è stato un incremento della mobilità lavorativa e che oltre alle persone che attivamente si sono messe in gioco per cambiare impiego, ce ne sono altrettante che desiderano farlo. Da quanto emerge sembrerebbe plausibile ipotizzare che ben il 50% della forza lavoro in azienda stia quantomeno pensando a cambiare lavoro.

Questo dato ci dice molte cose e certamente le più rilevanti sono che c’è un diffuso senso di insoddisfazione (nell’indagine annuale State of the global workplace realizzata nel 2021 da Gallup risulta una percentuale di lavoratori insoddisfatti dell’85%) e che le aziende corrono il rischio di perdere pezzi importanti della propria forza lavoro. Anche perché i segnali economici sono incoraggianti e molto spesso chi riesce a ricollocarsi più facilmente è chi è più bravo e lavora meglio: di conseguenza il rischio non è solo quello di perdere persone ma di perdere persone chiave in azienda.

Cosa è possibile fare per migliorare questa situazione? Il primo suggerimento che mi viene in mente è semplice, forse banale, ma messo in pratica da veramente pochi imprenditori o manager: ascoltare. Ascoltare i bisogni, le necessità, i problemi dei collaboratori è fondamentale per comprendere lo stadio della propria azienda. Nel mio libro “Gli Stadi del Successo” Roi Edizioni ti mostro quali sono tutti i segnali – positivi o negativi – ai quali prestare attenzione.

Il secondo suggerimento, dopo aver ascoltato i collaboratori, è quello di ragionare sulle proprie richieste: sono sostenibili? Esiste un modo per classificare l’urgenza delle richieste? Viene adottato regolarmente? Esiste una zona, un momento del giorno o della notta, in cui vige il diritto alla disconnessione? Se non esiste bisogna inventarlo e pianificarlo. Le emergenze possono esserci sempre ma non possono essere la regola, altrimenti c’è qualcosa che non va.

Infine, è tempo di iniziare a lavorare in modo veramente intelligente, in modo smart. Lo smart working che in Italia ha coinciso sostanzialmente con il lavoro da casa è qualcosa di più. Significa imparare realmente a lavorare per obiettivi, in modo autonomo e proattivo. Significa aiutare i collaboratori a sviluppare la capacità di dare il proprio contributo in qualsiasi momento e allo stesso tempo mettersi a disposizione nel medesimo modo.

In che modo è possibile migliorare il lavoro nella tua azienda e fidelizzare i tuoi collaboratori? Condividi la tua soluzione nei commenti.

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