Nel mio libro “Gli Stadi del Successo” Roi Edizioni ti racconto quali sono gli stadi di vita di una azienda. Non è un segreto che lo stadio ottimale si chiami “Prime” ed è quello al quale ogni imprenditore aspira (o dovrebbe aspirare sin dalla nascita dell’azienda). Gli altri stadi che attraversa l’azienda iniziano dal “corteggiamento”, cioè dall’idea dell’imprenditore. Poi se questa nasce, si passa all’”infanzia” e con la crescita si attraversano gli stadi “Toddler”, o “Go-go”, nel quale l’azienda inizia a gattonare e muovere i primi, scoordinati, passi. Se tutto va bene, l’azienda arriva a una fase di “adolescenza”. Periodo difficile, si sa.
Con la necessaria maturità, ci si porta nel Prime. Questo stadio ottimale è dove ogni azienda dovrebbe trovarsi (e rimanere) per ottenere i migliori risultati. Senza un cambio generazionale che favorisce il ricambio di idee ed energie da qui la situazione si deteriora. Arriva la “Stabilità”. Per non rischiare si mantiene lo status quo. “Squadra che vince non si cambia” e infatti si inizia a perdere. Se non arriva qualcuno da fuori a dare una scrollata arriva l’”Aristocrazia”, il management si focalizza su sé stesso, i senatori preferiscono i privilegi alle vittorie. Da qui si va verso la “Burocrazia”. E dopo c’è solo la fine.
Quando si crea una startup o si inizia una avventura imprenditoriale in proprio è bene tenere presenti questi aspetti e bisogna ricordare anche che ci sono 3 ostacoli che dovrai affrontare sicuramente:
La paura: Joseph Campbell autore de “L’Eroe dai mille volti” diceva che “la caverna nella quale hai paura ad entrare, ha il tesoro che stai cercando”. Quando decidi di fondare la tua azienda la paura è parte integrante del percorso. Sono le cose più importanti, che si annidano nel profondo, a tenerci svegli la notte, a farci battere il cuore, a darci la motiv-azione per vivere a pieno l’esperienza di vita che abbiamo scelto. Prendi la paura e portala con te come una fonte di propulsione per raggiungere l’obiettivo che desideri.
La diffidenza: una nuova azienda ha bisogno di creare fiducia e consapevolezza attorno a sé e al proprio lavoro. Dovrai affrontare le risatine di chi ti dice che devi lasciare perdere, che non vale la pena. Dovrai poi affrontare chi, una volta che hai ottenuto il risultato, ti dice che è solo fortuna. E dovrai affrontare chi parla male di te, chi parla male del tuo lavoro, chi fa di tutto per sminuire la tua impresa. Vai per la tua strada, fai ciò che sai fare meglio nel modo migliore possibile e lascia che le persone ti giudichino per i tuoi risultati e non per le parole (soprattutto quelle degli altri).
La fatica: te lo dico subito senza giri di parole: ogni tanto devi essere disposto a rinunciare a qualche lavoro importante e prenderti cura di te stesso. Non c’è altra cura per la fatica e lo stress. Servono momenti da dedicare a te stesso. Servono attività che ti facciano star bene che ricarichino le tue energie in modo efficace. La meditazione e altre forme di cura di sé sono buoni strumenti, ma hai bisogno di più per fare l’imprenditore (o l’imprenditrice). Il mio lavoro è spesso impegnativo e richiede concentrazione, presenza, agilità mentale: di tanto in tanto devo impormi dei giorni di pausa perché altrimenti andrei avanti come un treno. E poi sconterei la fatica in modi spiacevoli. Riposa e ricaricati, trova il tempo per ciò che ti appassiona.